From the daily archives: venerdì, Luglio 20, 2012

Approfondita nel precedente articolo la pagina dell’analisi tecnica, andiamo ora a controllare le chiusure di alcune Piazze Europee:

Tutte chiusure negative, ma l’aspetto importante non è questo bensì i ribassi nettamente più pesanti di Italia e Spagna rispetto agli altri indici.

Questo significa che il mercato sta iniziando a scontare la possibilità che noi e gli spagnoli potremo presto andare a richiedere l’attivazione dello scudo anti-spread.

Andiamo ora ad osservare la seguente tabella sui rendimenti dei BTP e dei BONOS:

Innanzitutto dai dati si capisce che è molto più probabile e vicina l’ipotesi che sia la Spagna a richiedere il supporto dello scudo.

Il rendimento dei titoli decennali spagnoli superano il 7%, soglia oltre la quale si ritiene insostenibile andare sul mercato per raccogliere denaro, mentre i nostri sono poco sopra al 6%, dato, quest’ultimo, non certo di cui vantarsi ma che testimonia che non siamo ad un livello così grave come quello della Spagna.

I vari media da molti mesi ci hanno riempito la testa con lo ‘spread’.

E’ bene fare chiarezza perchè l’informazione rischia di esser fuorviante per chi non è del settore.

Lo spread dei quali si sente tanto parlare è la differenza di rendimento tra un BTP decennale ed un BUND (Germania) di pari durata.

Innanzitutto v’è da dire che se il rendimento del BTP cala di meno di quello del BUND lo spread aumenta; quindi, in tal caso, sentiremo e leggeremo di aumento di spread, anche se nel concreto il nostro rendimento (dato molto più importante) sarà calato.

E viceversa per condizioni opposte.

In buona sostanza: è utile controllare lo spread ma non bisogna perder di vista il rendimento del decennale.

Ulteriore considerazione: se da una parte è vero che è importante controllare i rendimenti decennali ed eventuali superamenti del 7%, dall’altra non è meno rilevante l’andamento di quelli biennali; infatti, sono proprio questi ultimi a dirci se un default è imminente o meno, e lo fanno nel momento in cui si portano allo stesso livello o al di sopra dei rendimenti decennali.

Ciò premesso, oggi il dato  che più impensierisce non è la salita  dei rendimenti decennali ma quella molto più vistosa dei biennali (vedi ultima tabella).

Tuttavia, i rendimenti a 2 anni della Spagna e ancora più dell’Italia, si trovano ancora distanti da quelli dei rispettivi decennali; ovvio che il segnale odierno non promette nulla di buono, ma per il momento parlare di default imminente della Spagna o della nostra Italia è sbagliato.

Certo è che la situazione non è delle migliori.

Riccardo Fracasso

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