From the daily archives: venerdì, Gennaio 10, 2014

Il Ftse Mib  ha chiuso la seduta a 19.569 punti, registrando un +0,34%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +2,39%.

La scorsa settimana:

“L’eventuale rottura convinta della parallela superiore (sia che si consideri la prima che la seconda Forchetta) rappresenterebbe un segnale di deterioramento dell’impostazione ribassista, anche se il vero segnale rialzista lo avremo solo col deciso superamento della resistenza a 19.500 punti.”.

Grafico:

Grafico nr. 1 - Ftse Mib - Abbandono Forchetta

Grafico nr. 1 – Ftse Mib – Abbandono Forchetta

Come potete osservare, in questa settimana il Ftse Mib ha superato in modo netto la parallela superiore, motivo per cui va abbandonata l’ipotesi della  Forchetta ribassista che da tempo s’era messa sul tavolo.

Da segnalare che si trattava di una Forchetta ribassista che io definisco di tipo 1 (Massimi crescenti), la meno affidabile tra i tre diversi tipi (vedi pagine  10-11 illustrati dell’ebook).

Ma forse l’aspetto che più ha inciso sull’esito della Forchetta non è tanto il fatto che C fosse superiore ad A, ma la misura (notevole) con la quale C era superiore ad A.

Ne terremo conto in futuro, quando ci ritroveremo a tracciare e considerare nuove Forchette.

Ora esaminiamo il quadro tecnico alla luce di quanto successo.

Purtroppo, la chiusura odierna a 19.569 punti, superiore, ma di poco, al precedente massimo del 30 ottobre (19.501 punti), non rende facile il compito per chi fa analisi.

Infatti:

  • nel caso di chiusura chiaramente inferiore al precedente massimo (19.501) ora staremo a parlare di falsa rottura e di chiara occasione short;
  • nel caso di un superamento più netto del precedente massimo, ora potremo parlare di rottura convinta.

Per di più:

  • non vi sono figure di inversione ribassista che spostano le probabilità dalla parte dell’ipotesi di una falsa rottura;
  • la chiusura settimanale distante dai massimi non rafforza l’ipotesi di nuovi allunghi che significherebbero anche rottura convinta del precedente massimo.

D’altra parte, non sempre un’analisi porta ad una previsione; talvolta, finisce semplicemente col certificare uno stato di incertezza.

Visto che i precedenti elementi non ci sono di grosso aiuto, andiamo ad analizzarne altri con la speranza che ci offrano indicazioni utili.

Innanzitutto questa è l’ultima candela su base giornaliera:

Grafico nr. 2 - Ftse Mib - Candela rossa con chiusura positiva

Grafico nr. 2 – Ftse Mib – Candela rossa con chiusura positiva

A fronte di una chiusura positiva notiamo una candela rossa; ciò avviene quando, a dispetto di un rialzo, la chiusura è inferiore all’apertura.

Situazioni simili sono rare ed indicano un falso segnale positivo.

Ovviamente, tale aspetto da solo non è sufficiente per indurci a sposare appieno un’indicazione, ma è comunque bene tenerlo presente.

A ciò s’aggiunge una presenza di ipercomprato nel Ftse Mib e soprattutto nel settore bancario, il cui andamento condiziona fortemente, nel bene e nel male, il nostro indice.

Ho così voluto approfondire la situazione tecnica dei tre principali titoli bancari del nostro listino, dei quali evidenzio alcune criticità:

  • Unicredit = raggiungimento trendline di massimi crescenti, harami bearish su base giornaliera e presenza di forte ipercomprato;
  • Intesa San Paolo = Engulfing Bearish e presenza di forte ipercomprato;
  • MPS = raggiungimento trendline di massimi decrescenti ed Engulfing Bearish su base giornaliera.

Pur mantenendo una chiara impostazione di fondo rialzista (ad eccezione di MPS che ancora si muove all’interno di un canale ribassista), la situazione tecnica di tali titoli anticipa una loro correzione, e solitamente una discesa del settore bancario implica un calo anche per il nostro indice.

Pertanto, se in un contesto di incertezza come quello descritto ad inizio analisi dovessi attribuire qualche probabilità in più ad un’ipotesi anziché ad un altra, lo farei a favore di quella di una falsa rottura.

Tuttavia, considerata l’incertezza, non ha alcun senso sfidare la sorte, specie sapendo che quel che oggi il mercato non ha deciso di dirci con chiarezza (rottura convinta o falsa rottura), ce lo dirà ben presto.

A quel punto si potrà agire di conseguenza.

Certo che se in tempi stretti dovessimo assistere ad una chiusura convinta al di sotto dei 19.501, una correzione diverrebbe alquanto probabile.

Riccardo Fracasso

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