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Oggi, alle 14:00, ha avuto inizio l’offerta di conversione in azioni dei subordinati MPS, che si concluderà alle 16:00 del 2 dicembre (Venerdì).

Le incognite sono tali che si ritiene giusto evitare qualsiasi consiglio e limitarsi a fare un pò di chiarezza.

Le possibilità per i creditori sono tre:

  1. vendere;
  2. mantenere;
  3. convertire.

La prima ipotesi è l’unica delle tre a offrire certezze: si conosce il prezzo di vendita e la perdita (elevata).

La seconda presuppone la convinzione (o la speranza) che sarà evitato il bail in che, altrimenti, implicherebbe quasi sicuramente l’azzermento del valore del subordinato.

La terza scelta scommette su un rilancio di MPS, con tutti i rischi annessi.

Generali ha già annunciato la propria adesione alla conversione (circa 400 milioni) che vanno ad aggiungersi ai 200 del Tesoro.

L’aumento di capitale, invece, presumibilmente si aprirà il 7-8 dicembre e terminerà prima delle feste natalizie.

Anche in questo caso grande incertezza: sull’esito dell’aumento di capitale incide quello della conversione dei bond e del referendum (alcuni potenziali soci interessati sono restii a partecipare nel caso della vittoria del ‘no’).

Nel caso in cui l’operazione di aumento di capitale dovesse fallire, si rafforzerebbe notevolmente l’ipotesi di bail in.

Riccardo Fracasso

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