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Il Ftse Mib  ha chiuso la seduta a  23.449 punti, registrando un -1,48%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -2,49%.

Grafico:

FTSE MIB

La situazione grafica è sintetizzabile nei seguenti punti:

  • trend primario rialzista (governato dalla forchetta A-B-C) all’interno del range laterale pluriennale 12.300-24.500 punti;
  • recente raggiungimento dell’area di resistenza 24.000-24.500 con successive vendite in corso da due settimane.

La formazione della forchetta rialzista lascia intendere un’impostazione di fondo  finalizzata a rompere verso l’alto la fase laterale, presumibilmente accumulativa, entro la quale i prezzi si muovono da inizio 2009.

Forchetta in grado di sopportare anche forti discese, se si considera che la parallela inferiore transita a circa 19.200 punti (18% dai valori attuali).

Pertanto, sotto quest’ottica, ogni eventuale correzione andrebbe valutata come ghiotta occasione di acquisto.

Tuttavia, il contesto globale (in primis gli eccessi americani) e la personale convinzione siano improbabili nostri importanti movimenti rialzisti in controtendenza mi suggeriscono di rimandare al futuro ogni valutazione, attualmente prematura.

Infatti, al momento per nessun listino azionario è possible parlare di correzioni degne d’interesse per gli investitori.

Per esempio, si osservi dallo stesso grafico del Ftse Mib come il calo in corso (ultima candela) sia pressoché impercettibile in un quadro di lungo termine.

A preoccupare, più del calo della nostra borsa, sono la chiara minor forza relativa rispetto alle altre piazze, l’innalzamento dello spread (165) e la debolezza del settore bancario (-7,39% settimanale).

Per di più, il tutto si colloca all’interno di una stagionalità sfavorevole.

A proposito di banche, si registra l’uscita netta dal canale rialzista ed il triplo massimo formatosi proprio a ridosso dell’area di Fibonacci del 50% del vettore ribassista A-B:

FTSE ITALIA BANCHE

Ad ogni modo, s’assisterà al vero panico solo nell’eventualità della rottura di supporti importanti per la borsa americana.

Riccardo Fracasso

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