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Una recessione economica è una fase di contrazione del Pil rispetto all’anno per almeno due trimestri consecutivi.
Per la precisione, se tale variazione è inferiore all’1% si parla di crisi economica, nel caso sia superiore si parla di recessione.
Ad esempio, il valore del PIL in Germania nel 2002 è stato di -0,1% (crisi economica), mentre nel 2003 è stato di -2% (recessione economica).
Sintomi delle fasi di recessione possono essere la diminuzione del tasso di crescita della produzione, l’aumento della disoccupazione, la diminuzione del tasso di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese, il rallentamento del tasso di inflazione causato dalla diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori. In alcuni casi, la recessione può essere associata con l’aumento dei prezzi (inflazione) e tale fenomeno è anche conosciuto come stagflazione.
Una forma più grave della recessione è la depressione economica, che l’Economist definisce come una riduzione dell’attività economica pari almeno al 10% del PIL e di durata non inferiore a tre anni.
Una crisi sistemica è una crisi che, a differenza di una crisi normale, apporta cambiamenti duraturi e significativi, che restano indipendentemente dalla congiuntura economica.
La crisi sistemica non è ciclica, quindi, non è legata agli inevitabili alti e bassi della macroeconomia.
La crisi sistemica non è ciclica, quindi, non è legata agli inevitabili alti e bassi della macroeconomia.
Ad esempio la crisi del 2000 (bolla tecnologica) non può esser definita sistemica in quanto, seppur violenta, non ha apportato cambiamenti rilevanti e permanenti.
Quella del 1929 invece rientra tra le crisi sistemiche.
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