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Oggi andrò a spiegare un sistema proprietario, creato nelle ultime settimane, ma frutto di studi partiti qualche anno fa: il Monetix.

Ecco il logo:

Nel 2023, esaminando il grafico del TBOND a 10 anni e quello dei tassi della FED, si arrivò alla seguente conclusione:

“Si osservi come in passato i pivot hanno pressoché coinciso con i minimi del decennale americano.”.

Per pivot si intende il livello finale della serie di rialzi dei tassi, quindi il massimo.

Pertanto, si dimostrò che acquistare il decennale americano in corrispondenza dei pivot rientra in quelle operazioni con le probabilità a favore.

Si potrebbe obiettare che il pivot è identificabile molto tempo dopo che lo stesso sia segnato ma, in realtà, gli annunci del presidente della Federal Reserve e l’analisi del FED Watch ne consentono una puntuale definizione.

Per chi l’avesse dimenticato, il FED Watch, che aggiorniamo a ogni nuova pubblicazione del check up, è lo strumento della CME Group che, elaborando i prezzi dei future sui Fed Funds, ne indica i livelli più probabili alla conclusione delle prossime riunioni della Banca Centrale Americana.

Dopo questa lunga e doverosa premessa, approfondiamo ulteriormente, arricchendo il tema trattato nel 2023 di nuovi elementi di analisi, partendo dal 1998 in poi.

Acquistando e vendendo il treasury in corrispondenza, rispettivamente, dei pivot e dei bottom dei tassi avremmo realizzato guadagni degni di nota, peraltro evitando le fasi ribassiste più profonde.

L’ultimo segnale, pur avendo consentito e consentendo tuttora di incassare buone cedole in relativa sicurezza, è decisamente quello meno generoso: il pericolo inflazione sullo sfondo ha e sta indubbiamente agendo da freno.

Paradossalmente, proprio questo segnale è quello più rassicurante perché ci dimostra che persino nella fase più anomala e meno favorevole al Monetix, ne sta uscendo un risultato positivo.

Una sorta di stress test.

La comparsa di un segnale di vendita suggerisce il posizionamento nella parte breve della curva dei rendimenti.

Interessante, poi, il fatto che nelle fasi in cui questo sistema sconsiglia la presenza di treasury a lungo termine in portafoglio, la borsa americana ha ottenuto ottimi rendimenti evitando le discese più profonde:

Le indicazioni del Monetix, quindi, possono essere sfruttate limitatamente per l’operatività del mercato obbligazionario (accorciando e allungando le scadenze in portafoglio) o anche per quella del mercato azionario.

Qualunque sia l’uso adottato, si tratta di un sistema che in passato ha generato un solidissimo rapporto rischio/rendimento, partecipando alle fasi più efficienti del decennale americano e della borsa.

Inoltre, se osservate i grafici proposti in precedenza, tale sistema ha evitato i principali crolli del decennale e della borsa americana, centrando quindi l’obiettivo ‘contenimento volatilità’, tema a me molto caro.

Ho raccolto in una tabella le singole performance delle 6 operazioni (non si considera l’ultima ancora aperta) e il capitale cumulativo.

Le performance sono al netto della tassazione e sono state calcolate considerando l’acquisto o la vendita al prezzo di apertura della seduta successiva a quella in cui la FED ha fissato l’ultimo rialzo/taglio della serie.

Sono escluse le cedole (componente significativa).

Ipotizzando, invece un buy and hold (acquista e mantieni) dello S&P 500 all’apertura del 17 maggio 2000 (prima operazione aperta per il Monetix) oggi avremmo una performance lorda del 354,56% (da 1.466,04 a 6.664,01), che al netto della tassazione (20% fino al 30 giugno 2014, poi 26%) si riduce al +271,1%.

In buona sostanza, col Monetix, pur non avendo partecipato all’enorme apprezzamento rialzista della borsa americana degli ultimi 27 mesi, avremmo ottenuto una performance quasi quadrupla e, soprattutto, con una volatilità approssimativamente pari alla metà.

Ovviamente, i 28 anni di esperienza finanziaria di cui 15 passati sul campo delle analisi mi portano a sapere chiaramente che i rendimenti passati di qualsiasi sistema non offrono garanzie per il futuro; al tempo stesso, a mio avviso, i numeri proposti meritano notevole attenzione.

Ora, venendo alla stretta attualità, il FED Watch ci dice che non è stato registrato il bottom dei tassi e nemmeno ce lo indica come imminente (previsto per settembre 2026):

Tuttavia, tenuto conto che l’affidabilità delle aspettative del FED Watch è elevata per le date più vicine mentre lo è meno per quelle più distanti, è saggio non escludere a priori la possibilità che l’ultimo taglio dei tassi possa avvenire qualche mese prima di quanto atteso.

Situazione che, probabilmente, monitoreremo attraverso i prossimi check up.

Il Monetix è uno strumento che sarà valutato/testato all’interno di altri già presenti e che, nel caso di ulteriori riscontri positivi, potrà assumere sempre maggiore rilevanza.

Per quanto riguarda l’Area Euro (Italia e Germania), il test ha fornito riscontri piuttosto precisi per i rispettivi decennali, meno per le borse.

In generale, comunque, la volatilità è stata limitata.

Un’ultima considerazione: solitamente qualsiasi sistema viene impacchettato, brevettato e poi giustamente proposto a pagamento al pubblico senza spiegazioni approfondite per mantenerne comprensibilmente segrete le logiche sottostanti.

Mi auguro sia apprezzata la mia decisione di illustrare nel dettaglio e con un post libero a tutti questo sistema.

Riccardo Fracasso

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