Questa mia inconsueta ‘incursione’ ad inizio settimana, è dovuta alla situazione tecnica che si è venuta a creare.
Grafico delle ultime sedute:
Come previsto con buon anticipo, le ultime settimane sono state alquanto dolorose per il Ftse Mib.
Dai massimi (17.159 punti) si sono persi quasi 16 punti percentuali.
Ora, però, è bene fissare alcuni punti:
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Siamo praticamente a ridosso dell’area di supporto a 14.400 punti, un’area che da circa 4 mesi ha respinto ogni tentativo di discesa;
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il Detrended segnala un ipervenduto molto forte;
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lo S&P 500, mentre scrivo, è in piena area di supporto (1.347-1.370);
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domani è l’11 aprile, data di siderografo che avevamo indicato come possibile per una svolta rialzista che, sempre seguendo Bradley, potrebbe proseguire fino al 13 giugno; ovviamente alle date bisogna concedere un margine di approssimazione (io direi +/- 4 giorni);
Come sempre ogni previsione non offre certezza.
Per esempio, si potrebbe dire che per un mercato in forte tendenza ribassista è normale esser accompagnato da un forte ipervenduto, e che quest’ultimo non è garanzia che il calo del sottostante (nel caso specifico il Ftse Mib) si esaurisca.
E’ sempre difficile, oltre che rischioso, cercare un minimo quando si scende…tuttavia, la concomitanza di tutti gli elementi che ho elencato, mi lasciano supporre che una svolta sia assolutamente possibile, ancor meglio se prima della stessa ci dovesse esser un nuovo allungo ribassista, magari con apertura (domani) su livelli inferiori ai minimi odierni (14.448) il che vorrebbe dire la comparsa di un gap down.
Se andiamo a ricercare qualche motivo economico (quindi non dell’analisi tecnica) di questo crollo, potremo trovarlo nei recenti brutti dati sull’occupazione americana o sul vistoso aumento dei nostri rendimenti.
Sono dati senza dubbio negativi, ma non tali (almeno su questi livelli) per poter escludere che tale correzione sia prossima a lasciar spazio ad una salita.
Sono dell’idea che se il rimbalzo dovesse effettivamente verificarsi, per noi sarà per andare a segnare un massimo decrescente (quindi rimbalzo), mentre per gli americani un nuovo massimo di periodo.
Ad ogni modo, prima di dar per certo il rimbalzo (che certo non è), è bene attendere la tenuta dei supporti sopracitati.
Il 31 marzo si scriveva:
“In quest’ottica non è finanziariamente sbagliato attuare una strategia di pairs trade (apertura simultanea di una posizione rialzista e di una ribassista) andando long sull’indice americano e short sul nostro listino.”.
In parole semplici, il pairs trade è una strategia che serve per ‘scommettere’ sulla maggior forza relativa di un asset (nel caso specifico lo S&P 500) rispetto ad un altro (Ftse Mib).
L’operazione va esaminata nel suo risultato complessivo e non singolarmente; chi l’avesse attuata in questo momento starebbe guadagnando circa 6-7%.
Bene, ora sarei dell’avviso che come era finanziariamente corretto aprirla allora, ora è finanziariamente corretto chiuderla.
Riccardo Fracasso
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