Ftse Mib: sempre più vicini ai minimi del 2009
Diversamente dal solito, iniziamo osservando il grafico con time frame mensile (ogni candela rappresenta un mese):
La seduta si è conclusa a 12.704 punti, registrando un -1,04%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -3,15%.
D’altra parte, la scorsa settimana si era suggerita prudenza:
“…il quadro tecnico e ancor più quello economico mi portano ad affermare che dal punto di vista finanziario il gioco (rendimento) non valga la candela (rischio) per azzardare sin d’ora ingressi sul nostro indice; la liquidità deve esser considerata un investimento a tutti gli effetti e vedrete che tornerà molto utile quando svanirà un pò di incertezza.”.
Il mese di maggio (conclusosi giovedì) segna un pesantissimo -11,77%; la chiusura nei pressi dei minimi ne rende probabili ulteriori per il mese successivo, ossia giugno.
E’ bene sottolineare che un massimo mensile deve esser ben visibile su di un grafico con time frame mensile; andiamo allora ad osservare le ultime due candele rappresentanti maggio e giugno (quest’ultimo mese è iniziato solo ieri, per cui la candela è ben lontana dal poter esser considerata definitiva):
Tutto si può dire tranne che il minimo registrato ieri sia ben visibile rispetto a quello di maggio; ne consegue che, se dovesse esser rispettata (non sempre succede) la regola secondo la quale la chiusura di un periodo nei pressi dei minimi ne rende probabili ulteriori nel successivo, durante il mese di giugno si scenderà al di sotto dei minimi toccati ieri (12.568 punti).
Tali minimi sono molto vicini a quelli del 9 marzo 2009 segnati a 12.332 punti; quest’ultimo è un livello da tenere in considerazione, ma è meglio valutarne la tenuta, magari accompagnata da una figura di inversione rialzista, prima di dar per certo che sarà lì che terminerà il crollo in corso.
Per di più, l’andamento dello S&P 500, che analizzerò nel prossimo articolo, non lascia spazio a troppo ottimismo, ed inoltre, il Detrended non segnala nemmeno ipervenduto per il nostro indice.
Di positivo invece la maggior forza relativa del settore bancario italiano, che ha registrato un lieve rialzo in una seduta negativa; da aggiungere inoltre la debolezza del Dax nei confronti di listini di Paesi deboli come il nostro (-1,04) e quello spagnolo.
Questi ultimi due elementi, seppur debbano trovare valide conferme, danno qualche timida possibilità (ancora molte poche) che forse qualche ben informato stia accumulando sapendo che, nel caso di uscita dall’Area Euro della Grecia, le autorità interverranno a favore dei Paesi più in difficoltà.
Tale tesi comunque, dovrà trovare conferme, e dovrà trovarle anche e soprattutto nel mercato obbligazionario, con un calo del bund ed un rialzo notevole dei titoli emessi dagli Stati più deboli.
Al momento, ripeto, l’analisi tecnica ci indica che la strada è ribassista.
Riccardo Fracasso
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