Settimana di rialzo per il Ftse Mib
Come di consuetudine partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 13.663 punti, registrando un -0,65%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +2,03%.
Ora andiamo ad osservare l’andamento della singola seduta:
La discesa dell’ultima ora e mezza (la fase di seduta più importante) lascia supporre che le pressioni ribassiste non siano esaurite.
Ultime sedute:
Innanzitutto v’è da segnalare la chiusura giornaliera negativa (-0,65%) a fronte però di una candela verde, il che ci indica la possibilità di un falso segnale ribassista; sia chiaro comunque che tale aspetto da solo non basta per giustificare ottimismo.
Ad alimentare le speranze è la presenza di tutti e tre i trend positivi.
Chi ci segue da più tempo sa che per identificare i trend di breve, di medio e di lungo il più delle volte utilizziamo le medie mobili spostate, rappresentate rispettivamente dalla linea verde, da quella azzurra e da quella rossa.
Come potete osservare ad oggi transitano tutte e tre in un’area che va da 13.138 a 13.282 punti; ciò per evidenziare che si trovano ad una discreta distanza di sicurezza dal Mib (13.663), tale da sopportare eventuali cali senza invertire l’impostazione rialzista.
In buona sostanza, dal punto di vista tecnico, pur non escludendo momentanee oscillazioni verso il basso, sono dell’idea che il nostro listino sia impostato per salire per qualche settimana.
Analizzato l’aspetto puramente tecnico, prendiamo in esame quello squisitamente economico.
Le elezioni greche hanno visto la vittoria, seppur molto risicata, dei conservatori (partito pro-euro) i quali mercoledì hanno formato il nuovo governo (179 parlamentari di maggioranza su 300 complessivi).
Borsisticamente parlando, in ottica di breve periodo la vittoria di una coalizione pro-euro è senza dubbio positiva, ma realisticamente va sottolineato che i problemi della Grecia esistenti prima delle elezioni non sono certo svaniti.
Dalla Germania nessun segnale distensivo, nè per quanto riguarda l’ipotesi Eurobond, nè per la concessione di condizioni meno stringenti per la Grecia.
E’ quasi doveroso aprire una parentesi parlando della ‘simpatica’ cancelliera tedesca: se da una parte è parzialmente comprensibile l’inflessibilità della Merkel (i sondaggi parlano di un popolo tedesco che lo è ancora più di lei e con l’avvicinarsi delle elezioni guai andar contro ai propri elettori), dall’altra è pur vero che dovrebbe aprire gli occhi e capire che se i dati della sua Germania sono sempre più deludenti è anche dovuto agli eccessivi piani di austerity che lei per prima ha imposto agli Stati che hanno ottenuto aiuti (in realtà non solo a quelli).
Se la Grecia non riuscisse a spuntare qualche significativo ammorbidimento sul piano di austerity, presto riemergerà il malcontento dei propri cittadini (anche di chi ha recentemente votato a favore dei partiti pro-euro) che potrebbe portare a nuove elezioni o ad un referendum.
Ad ogni modo, allargando lo sguardo all’Area Euro, per ora niente Eurobond, niente European Redemption Pact, niente LTRO.
Negli Stati Uniti per ora nessuna QE3 ma solo l’allungamento del programma Twist.
In buona sostanza, se da una parte la vittoria alle elezioni greche dei conservatori sia da considerare una buona notizia (in ottica di breve periodo) per i mercati, dall’altra potrebbe aver ridotto l’esigenza delle autorità ad intervenire; trovo sbagliato e pericoloso agire esclusivamente quando si vede il baratro sotto i piedi.
Tuttavia, ai livelli attuali ritengo che l’ipotesi di un crollo sia possibile solo nel caso dell’eventuale diffusione di importanti ed inattesi annunci negativi; in caso contrario, è più probabile la prosecuzione del recupero avviatosi ad inizio giugno, la cui entità potrebbe dipendere anche da eventuali misure che potrebbero esser prese a breve da parte da qualche autorità (Bce, UE, Fed, ecc.).
Ad ogni modo ritengo che il recupero in corso da inizio giugno, se anche dovesse proseguire nel breve (scenario che valuto probabile), vada considerato come un semplice rimbalzo e non come l’inizio di un trend rialzista duraturo.
Riccardo Fracasso
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