Martedì nell’occasione di un’intervista ad una televisione tedesca, Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, interpellato sull’ipotesi dell’uscita della Grecia dall’Area Euro ha affermato che “oggi sarebbe un processo gestibile” anche se “non auspicabile”.
Fin qui i toni hanno il contorno della rassicurazione, ma molto meno lo hanno le parole successive con le quali Juncker ha specificato che se tale scenario dovesse verificarsi sarà “non prima dell’autunno e nemmeno dopo”.
Se si considera che è impensabile che già ad autunno si trovi una soluzione che elimini in modo definitivo la possibilità futura che la Grecia esca dall’Area Euro, le parole di Juncker possono tranquillamente esser sostituite con le seguenti: “La Grecia uscirà dall’Area Euro in autunno.”.
Certo, Juncker potrebbe aver ecceduto nei termini, ma la storia recente ci insegna che gli esponenti delle varie autorità con le proprie dichiarazioni hanno sempre cercato di ‘ingentilire’ la situazione e mai per descriverla peggiore di quel che era.
Se i mercati iniziassero a scontare l’uscita della Grecia, vedremo una difficile seconda parte dell’estate (a mio avviso si scenderà in ogni caso), con forti vendite soprattutto sul settore bancario.
L’ipotesi, tuttavia, presenterebbe anche lati positivi:
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si metterebbe finalmente la parola ‘fine’ ad una vicenda negativa che sembra non aver fine (come ben sapete i mercati preferiscono una cattiva notizia all’incertezza);
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gli altri Stati membri non dovrebbero più svenarsi per aiutare un Paese del quale se ne conosce l’epilogo già da diversi mesi.
Questi aspetti, tuttavia, sarebbero colti dagli investitori solo dopo che il mercato avrà scontato l’eventuale uscita della Grecia, il che vorrebbe dire dopo una decisa correzione.
Inoltre, sarà bene che chi dovere studi un eccellente piano per rendere l’uscita della Grecia il più ordinata possibile.
A mio avviso, comunque, se anche l’uscita della Grecia potrebbe favorire ad un certo punto (ripeto, non prima che essa sia scontata dai mercati) un buon rimbalzo, non va scordato che la crisi coinvolge l’intera Zona Euro, con o senza la Grecia.
In buona sostanza, le difficoltà non sarebbero concluse.
Nel frattempo l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto al ribasso l’outlook della Grecia da ‘stabile’ a ‘negativo’ ritenendo possibili nuovi aiuti entro la fine del 2012; già, ma non è detto che alcuni Paesi siano disposti ad accettare ancora una volta di mettere mano al portafoglio.
Riccardo Fracasso
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