Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.588 punti, registrando un -0,28%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +2,29%.
La scorsa settimana si scriveva:
“Considerando quanto messo sul tavolo in questa analisi, uno scenario da monitorare nelle prossime settimane è quello che prevede un temporaneo proseguo del recupero avviatosi nella seduta di venerdì (vedi grafico nr. 3) per la formazione di una figura ribassista (doppio massimo, massimi crescenti, ecc.) che preceda una correzione rilevante.
Si tratta di una ipotesi, e in quanto tale necessita conferme.
D’altro canto, nel caso di rialzi che consentissero allo S&P di superare il precedente massimo (1.573), si manterrebbe intatta l’impostazione rialzista di fondo.”.
Il proseguo del recupero che s’era ipotizzato s’è effettivamente verificato, ma della correzione nemmeno un cenno, tant’è che lo S&P 500 ha superato il massimo precedente di cui si parlava (1.573 punti), mantenendo pertanto intatta l’impostazione rialzista di fondo.
D’altra parte s’era scritto:
“Ciò che permetterebbe di parlare con convinzione di una correzione importante è un segnale di inversione ribassista da parte della grafica tradizionale, come un doppio massimo (magari un affidabile double repo), due massimi decrescenti, ecc., in grado di spezzare quella sequenza di minimi e massimi crescenti tuttora intatta (vedi grafico nr. 1) e tipica di una impostazione al rialzo.
Fino a che non s’assisterà a questo, giusto considerare ogni segnale d’allarme, ma sbagliato definire probabile l’ipotesi di una correzione importante.”.
La grafica tradizionale non ci ha offerto nessuna figura di inversione ribassista, anzi, ripeto, lo S&P 500 s’è dimostrato in grado di segnare un nuovo massimo, il che è dimostrazione di forza.
Il motivo per il quale si teneva in considerazione una possibile correzione (dopo un ulteriore allungo) andava ritrovato nel MACD settimanale:
“Come potete osservare il dato ufficiale conferma quello tendenziale e quindi il ripiegamento del MACD settimanale.”.
Tuttavia, si precisava anche:
“Sia chiaro: ciò non offre la certezza che il mercato stia invertendo al ribasso, ma rappresenta comunque un importante campanello d’allarme.”.
Andiamo allora ad osservare il grafico aggiornato del MACD:
Come potete notare (riquadro rosso tratteggiato), dopo il ripiegamento del MACD della scorsa settimana, al termine di questa lo stesso è risalito.
Il MACD è uno degli indicatori che utilizzo come campanello d’allarme in merito alla tendenza in corso; pertanto, nel momento in cui svolta (al rialzo o al ribasso) è bene alzare le antenne e verificare con ancor maggiore attenzione la presenza o meno di altri elementi di conferma di inversione.
Funziona sempre così: alla comparsa di un segnale di inversione si verifica l’eventuale presenza di elementi di conferma e, cosa ancor più utile, si controlla l’eventuale presenza di elementi di smentita.
Se raccogliendo elementi da diversi fronti si arriva alla medesima conclusione, allora vuol dire che il quadro è chiaro e sufficientemente affidabile.
Tuttavia, come detto, nell’ultima settimana conferme di inversione (figure ribassiste) non ve ne sono state, anzi, oggi, come ho evidenziato, s’è spenta la spia rossa del MACD.
Ad ogni modo, entrare a questi livelli, con il treno in corsa, a mio avviso può esser alquanto rischioso, per cui trovo finanziariamente corretto mantenere quanto in portafoglio (fino a che non si ‘accenderà’ qualche nuova spia), ma non incrementare.
Poi, ovviamente, si sa, l’operatività di un investitore è legata al proprio profilo di rischio.
Fino a che rimarrà intatta l’impostazione rialzista dello S&P 500, la stessa dovrebbe sostenere il nostro Ftse Mib e limitarne le cadute in caso di discesa.
Nel momento in cui anche il listino americano dovesse scendere, per noi sarà un problema ma, ad oggi, ripeto, non sussistono motivi di preoccupazione.
Riccardo Fracasso
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