Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 16.897 punti, registrando un -0,65%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -4,02%.
Grafico:
La scorsa settimana:
“Ora, se da una parte il raggiungimento di un obiettivo (mediana M) può rappresentare un’occasione per alleggerire o quantomeno impostare un trailing stop, dall’altra, alla luce del quadro tecnico pocanzi evidenziato, a mio avviso sarebbero errati eccessi opposti, come liquidare completamente eventuali posizioni long in portafoglio o addirittura aprirne short.
Per quanto ovvio, l’eventuale comparsa di figure di inversione ribassista o di altri campanelli di allarme modificherebbe il quadro tecnico, ma è meglio non anticiparli.”.
Qualche campanello d’allarme è suonato in settimana, tant’è che mercoledì sera si scriveva:
“Certo è che il fatto che compaia una figura ribassista sul grafico dello S&P 500 proprio quando il Nikkey ed il nostro listino (Ftse Mib) hanno raggiunto aree importanti è una coincidenza che deve far tenere alta l’attenzione a chiunque.”.
Non ha quindi sorpreso il ribasso avviatosi giovedì (-3,07%) e proseguito con la seduta in corso (-0,65%).
Ora è bene valutare l’impatto che per il momento ha avuto il calo sul quadro tecnico.
Grafico:
Al momento abbiamo un massimo decrescente, aspetto indubbiamente negativo ma che da solo non ci consente di escludere categoricamente l’ipotesi che quella in corso sia una semplice correzione (e non inversione) che permetta all’indice di rifiatare e cercare in un secondo momento di superare il precedente picco M1 (17.983 segnato il 30 gennaio).
Solo un minimo decrescente (quindi inferiore ai 15.062 punti registrati il 5 aprile) porterebbe ad accantonare l’ipotesi di nuovi massimi.
Al momento, quindi, è preferibile procedere per gradi monitorando (e magari cavalcando) il ribasso in corso che, vista la chiusura settimanale nei pressi dei minimi probabilmente segnerà un nuovo minimo settimanale nella prossima settimana.
Restringiamo il periodo di osservazione:
Come possiamo notare il ribasso di giovedì ha generato un vistoso gap down.
In modo eccessivamente semplicistico, spesso si legge o si sente che i gap sono intervalli di prezzo destinati ad essere chiusi.
E’ doverosa invece una distinzione alquanto importante tra gap che si formano ad inizio movimento e quelli che invece compaiono dopo una buona fase di continuità.
Nel primo caso i gap devono esser letti come un segnale di forza del movimento, mentre nel secondo come un possibile invito alla prudenza.
Nel caso specifico il gap down è apparso sui massimi, per cui rappresenta un segnale di forza del movimento ribassista in corso da sole due sedute.
In buona sostanza, appare difficile l’ipotesi che tale gap sia chiuso in tempi stretti (ciò sarebbe possibile con un recupero del Ftse Mib almeno fino a 17.386 punti).
E’ più probabile che prima si assista ad ulteriori discese.
Andiamo allora a ricercare qualche riferimento con l’ausilio di Fibonacci:
I livelli di Fibonacci sono:
-
16.658 (38,2%);
- 16.354 (50%);
- 16.049 (61,8%).
Statisticamente la maggior parte delle volte il primo storno si ferma al primo dei tre ritracciamenti.
L’eventuale violazione anche del secondo livello (16.354 punti) indicherebbe che il movimento preesistente (rialzista) non era ancora maturo.
Ora passiamo all’analisi dei trend:
Innanzitutto va sottolineato che il ribasso di questa settimana ha causato l’inversione del trend di breve e di medio periodo, mentre quello di lungo rimane rialzista ed al momento si muove a 16.639 punti, praticamente in coincidenza col ritracciamento di Fibonacci che abbiamo appena avuto modo di vedere.
Tale coincidenza rafforza tale livello.
Tuttavia, scommettere su una sua tenuta lo trovo azzardato soprattutto in presenza degli elementi finora visti e che vado a riassumere:
-
massimi decrescenti;
- gap down che segnala forza del ribasso appena avviatosi;
- chiusura settimanale sui minimi che rende probabile un nuovo minimo settimanale nella prossima;
- inversione al ribasso dei trend di breve e di medio periodo.
In questo contesto appare perlomeno probabile il raggiungimento da parte del Ftse Mib del primo livello di ritracciamento di Fibonacci (16.658) ma non è per nulla da escludere la possibilità che a quel punto la correzione prosegua.
In tal caso, diverrà importante dapprima monitorare il comportamento del Ftse Mib a contatto dei 16.354 punti (secondo ritracciamento di Fibonacci) ed in seguito, in caso di cedimento, spostare l’attenzione a quota 15.062 punti (minimo da cui s’è avviato il rialzo preesistente – Grafico nr. 2).
Riccardo Fracasso
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