Il Ftse Mib  ha chiuso la seduta a 17.342 punti, registrando un +0,18%.

Il bilancio settimanale è invece pari ad un -1,9%.

Grafico:

Grafico nr. 1 - Ftse Mib

Grafico nr. 1 – Ftse Mib

Lunedì, si scriveva:

“Ho esaminato le precedenti tre Forchette che, seppur non possano esser considerate un campione sufficientemente numeroso per definirlo altamente attendibile, ci possono comunque offrire indicazioni interessanti.

Per esempio, ho avuto modo di constatare come il primo lieve calo consenta di arrivare almeno al ritracciamento del 23,6% di Fibonacci, ma non oltre quello del 38,2%.

Se tale comportamento dovesse ripetersi, la discesa dovrebbe giungere in un range tra i 17.028 (23,6%) ed i 16.622 (38,2%) per poi lasciar spazio ad una breve risalita (con valenza negativa) che consenta al Ftse Mib di riconoscere la trendline superiore della Forchetta come resistenza.”

Grafico:

Grafico nr. 2 - Ftse Mib - Ipotesi Forchetta discendente

Grafico nr. 2 – Ftse Mib – Ipotesi Forchetta discendente

Come potete notare il Ftse Mib ha interrotto la discesa a 16.838 punti, proprio all’interno del range 17.028-16.622 che s’era indicato.

Successivamente il nostro indice, come da attese, è risalito ed è ormai prossimo alla trendline superiore.

Il rialzo nella seconda fase della settimana porta a credere che le spinte rialziste non siano ancora esaurite.

Ora, come già detto lunedì scorso, non ci resta che attendere “l’arrivo di conferme o smentite” della forchetta, che avremo rispettivamente con la tenuta o la rottura convinta della trendline superiore.

L’eventuale apertura di posizioni short a ridosso della trendline superiore è operazione che gode di un rapporto risk/reward assolutamente conveniente.

Difatti, l’obiettivo di un eventuale ribasso assai distante (mediana forchetta) rende il rendimento potenziale assolutamente appetibile, mentre la possibilità di impostare uno stop loss tecnico appena sopra il precedente massimo 17.688 prevede una perdita alquanto limitata.

Riccardo Fracasso

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4 Responses to Ftse Mib: monitoriamo la forchetta

  1. Andrea ha detto:

    Lo so potrò sembrare ripetitivo ma davvero voglio sottolineare la tua capacità previsionale e di lettura del mercato davvero di alto livello. Se penso a quanti santoni sui vari forum cambiano idea ogni 2 giorni tu sei davvero un cavallo di razza 😉 grazie Riccardo e buon week end.

  2. eirac ha detto:

    Ciao, mi chiedevo se per rottura “convinta” hai in mente una percentuale standard, o semplicemente una chiusura giornaliera sopra la trendline.
    Grazie per quanto fai.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Bella domanda.
      Premesso che non esiste una regola fissa, io ti riporto i criteri riportati da alcuni testi per parlare di rottura:

      1 – Filtro prezzi 3%: una valida rottura di un supporto o di una resistenza prevede una perforazione in chiusura di almeno il 3%; in caso di trading la percentuale richiesta si può ridurre all’1%. Ad ogni modo tali percentuali andrebbero aumentate o diminuite anche in funzione della volatilità del sottostante più o meno alta.

      2 – Filtro tempo 2 giorni: una valida rottura di un supporto o di una resistenza prevede una perforazione confermata per due chiusure consecutive.

      3 – Filtro venerdì: una valida rottura di un supporto o di una resistenza prevede una perforazione di almeno l’1% registrata nella chiusura del venerdì; in tal modo si manifesta un segnale settimanale.

      Puoi utilizzare uno di questi metodi anche se l’uso combinato di più filtri offre all’investitore una maggiore garanzia sulla validità della rottura, limitandone però l’operatività.

      C’è poi da aggiungere che dipende anche dalla volatilità del mercato, perché se esamimi il Mib allora è bene alzare la percentuale di filtro, mentre se esamini lo S&P (molto meno volatile) è bene ridurla.

      Il trader può anche considerare una rottura senza attendere la conferma della chiusura, ma ciò significherebbe aumentare il rischio della propria operazione (ci sta, l’importante è saperlo).
      Io comunque quando parlo di rottura convinta esigo conferme in chiusura (ma è una mia scelta).
      Inoltre, mi affido molto a ciò che vedo visivamente sul grafico: se la rottura appare rotta in modo convincente, allora la considero.

      In sintesi, c’è una forte componente soggettiva per definire rotto un livello.

      Un’ultima considerazione: se una resistenza viene superata e per le successive tre sedute non viene più violata, ci sono validi motivi (non la certezza) per ritenerla rotta.

      Un saluto.

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