S&P 500 e Ftse Mib a confronto
Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2007 punti, registrando un +0,5%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,22%.
Ormai da diversi mesi s’è ribadito il concetto secondo cui i listini europei e quelli USA fossero da acquistare solo su correzioni decise.
Grafico:
Il confronto mette in luce la notevole diversità dell’entità (anche temporale) del calo del Ftse Mib (-16,4%) e di quello dello S&P 500 (-4,35%).
Mentre per noi è stato possibile parlare di correzione decisa, negli Stati Uniti, laddove peraltro era maggiormente necessaria (per pulire il mercato dagli eccessi tecnici), è stata assai lieve.
Non v’è da stupirsi quindi se il segnale di acquisto è scattato sul Ftse Mib e non sullo S&P 500 che, pur essendo impostato al rialzo, debba essere acquistato solo a fronte di correzioni decisi.
Si noti inoltre la sequenza di 5 chiusure settimanali positive dello S&P 500, che descrivono il rialzo in corso come vulnerabile a qualche correzione; si precisa però che tale dettaglio tecnico rappresenta un campanello d’allarme ma in nessun modo un segnale di inversione ribassista.
La scorsa settimana, si concludeva così l’analisi del listino americano:
“Nella settimana appena conclusa un eventuale pairs trade si sarebbe rivelato effettivamente vantaggioso, poiché il Mib (+2,67%) ha sovraperformato lo S&P 500 (+0,75%) di quasi due punti percentuali.
Nel frattempo non sono svaniti i motivi di una strategia simile.
Sia chiaro, al momento ritengo più probabile un ulteriore allungo dello S&P 500 che non un suo calo, ma alla luce di una possibile minor forza relativa rispetto al Mib (ed all’Area Euro), appare alquanto adatta una strategia di pairs trade.
Nel caso in cui Draghi dovesse deludere il mercato, probabilmente tale strategia andrebbe abbandonata.”.
Innanzitutto va evidenziato che il divario tra la performance settimanale del Ftse Mib (+4,62%) e quella dello S&P 500 (+0,22%) della scorsa settimana è stato molto ampio, dando ragione alla strategia ipotizzata.
Inoltre, non avendo Draghi deluso le attese, tale strategia è ancora valida.
Attenzione, però, perché dopo le ultime performance, un conto è mantenere un eventuale pairs trade aperto 2 settimane fa, un altro è aprirne uno ora (in tal caso la convenienza si ridurrebbe notevolmente).
Inoltre, sarà bene prestare attenzione ai segnali, perché nel momento in cui dovesse giungerne uno di calo per il nostro listino, l’ipotetico pairs trade andrebbe smontato, fermo restando che in un’ottica di ampio respiro si ritiene che il Ftse Mib probabilmente sovraperformerà quello americano.
Riccardo Fracasso
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