Borse: un criterio di valutazione
Riprendiamo un criterio di valutazione introdotto con l’ultimissimo check up ed applicato alla Borsa Americana, per poi estenderlo alla nostra.
E’ frequente chiedersi se una Borsa è correttamente valutata o meno.
In tal senso, un valido criterio è quello che parte dal presupposto secondo cui una Borsa è rappresentativa dell’economia di un Paese ed esamina il rapporto che intercorre tra la sua capitalizzazione complessiva ed il PIL.
Si ottiene quindi una percentuale che va considera in base alla sua serie storica.
Di seguito l’andamento dal 1970 ad oggi del rapporto tra la capitalizzazione della Borsa degli Stati Uniti ed il PIL:
La media dei dati è pari a circa l’80%, livello che può essere assunto come il fair value.
Pertanto, quanto più il rapporto è superiore alla media e tanto più la Borsa Americana è sopravvalutata; discorso inverso per valori inferiori al range.
Attualmente il rapporto si attesta al 126,2%, un valore, seppur inferiore ai massimi storici del 2000, decisamente al di sopra del fair value e superiore anche al picco del Giugno 2007 (110%) che anticipò un crollo che resterà nella storia.
Secondo il principio del mean reversione un indicatore tende a ritornare sulla propria media di lungo periodo; ne consegue che col tempo il rapporto è destinato a scendere all’80%, livello raggiungibile, anche ipotizzando una consistente crescita del PIL, attraverso un deciso calo dei listini azionari USA.
Ciò non implica un calo immediato ma esprime una forte sopravvalutazione della Borsa degli Stati Uniti destinata a rientrare in un’ottica di ampio respiro.
Passiamo al rapporto tra la capitalizzazione della Borsa Italiana ed il corrispettivo PIL:
La media della serie storica da Dicembre 2000 in poi è pari al 22%, livello che, come affermato in precedenza, può essere assunto come fair value.
Nonostante il poderoso rialzo avviatosi nel Luglio del 2012 ed i rinnovati acquisti degli ultimi mesi, attualmente il rapporto tra la Borsa Italiana ed il PIL è del 16%, percentuale decisamente inferiore alla sua media storica.
Sia chiaro, il principio del mean reversion cui si faceva riferimento in precedenza è valido nel lungo termine e quindi il rapporto non tornerà necessariamente nei pressi della media in tempi stretti.
Semplicemente, emerge una chiara sottovalutazione della nostra Borsa a dispetto della sopravvalutazione di quella americana, informazione utile per orientarsi in un sistema finanziario che offre sempre meno opportunità.
Concludendo, si precisa comunque che tale criterio di valutazione prende in considerazione un rapporto che è ovviamente influenzato da due fattori (Capitalizzazione della Borsa e PIL).
Riccardo Fracasso
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