Era il 24 Gennaio, quando, nell’esaminare il cambio euro/dollaro (che al tempo incrociava ad 1,1205) si scriveva:
“In buona sostanza, il cambio euro/dollaro ha raggiunto un’importante area di supporto (N.d.r.: 1,11-1,12) in presenza di un fortissimo eccesso descritto da svariati punti d’osservazione.
In base a tali considerazioni appare alquanto vicino e probabile un rimbalzo dell’euro.
Rimbalzo che potrebbe essere anche corposo, come spesso accade dopo un calo significativo.”.
Il rimbalzo dell’euro s’è rivelato molto meno corposo di quanto da me atteso, spegnendosi al massimo di 1,1534 per poi dar spazio nuovamente alla discesa (rialzo per il dollaro) che proprio in questa settimana ha generato la rottura dei minimi di fine Gennaio (1,1098).
Grafico:
Il cambio euro/dollaro si trova all’interno di un ampio canale ribassista di lungo termine, ormai a pochi passi dalla trendline inferiore che attualmente transita a circa 1,055.
La settimana conclusa sui minimi (1,0842) rende probabili nuovi estensioni per la discesa.
Ciò premesso, è bene evidenziare i vari eccessi di questo movimento.
Innanzitutto va evidenziata la sequenza di 8 chiusure mensili negative consecutive (senza considerare nel nostro conteggio il primo trimestre del 2015 ancora in corso).
Di seguito proponiamo il grafico precedente, sostituendo il canale di massimi e minimi decrescenti col canale di deviazione standard:
Il cambio euro/dollaro non solo ha perforato la seconda deviazione standard inferiore ma ha praticamente raggiunto la terza.
Di seguito la situazione dell’RSI su diverse scale temporali:
Si osservi come l’RSI segnala un eccesso di ipervenduto su base giornaliera, settimanale e mensile.
Ricapitoliamo i punti salienti dell’analisi.
Innanzitutto il trend sia di breve che di fondo è chiaramente ribassista (rialzista per il dollaro) e lo rimarrà fino a prova contraria.
Per di più, la chiusura settimanale sui minimi ne anticipa ulteriori nel corso della prossima.
Tuttavia, l’ipervenduto è visibile da diversi punti di osservazione:
- la sequenza di ben 8 chiusure mensili negative consecutive;
- l’uscita dei prezzi dalla seconda deviazione standard e ormai nei pressi persino della terza;
- l’eccesso indicato dall’RSI giornaliero, settimanale e mensile.
La lettura d’insieme degli elementi indicati è quella di una situazione in cui, seppur appaiano come probabili ulteriori estensioni ribassiste, alla luce di un quadro alquanto tirato risulta preferibile attendere un rimbalzo per valutare l’acquisto di dollari.
D’altro canto, fino a che non scatteranno segnali concreti di rimbalzo, operazioni contrarie al trend (quindi a favore dell’euro) appaiono azzardate.
Riccardo Fracasso
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