Questa breve analisi per evidenziare alcuni aspetti relativi alla situazione del petrolio che da diverse settimane dimostra una notevole correlazione con i mercati azionari.
E’ giusto precisare sin da subito, però, che le correlazioni non sono necessariamente infinite, il più delle volte si esauriscono col tempo.
L’analisi non avrà lo scopo né di andare nel dettaglio del breve termine né di individuare potenziali aree di ingresso, ma sarà finalizzata ad evidenziare alcuni aspetti di lungo termine che reputo alquanto importanti.
Grafico (aggiornato alla chiusura di giovedì):
Il grafico è su base trimestrale e, quindi, ogni singola colonnina nella parte inferiore rappresenta il volume di ogni singolo trimestre.
Fin qui nulla di strano se non fosse che l’ultima è solo tendenziale, e pur considerando esclusivamente i volumi di due mesi (Gennaio e quasi tutto Febbraio), è già superiore a quella del quarto trimestre del 2015.
Volumi simili lasciano intendere una chiara partecipazione da parte della mano primaria.
Lecito attendersi, per la conclusione di Marzo, uno spettacolare selling climax su base trimestrale: un potente segnale di inversione strutturale (come quella del 2008, che però fu ribassista) che sarebbe ulteriormente rafforzato nel caso in cui si presentasse una figura rialzista su base trimestrale.
Pertanto, nonostante l’attuale trend di fondo sia indiscutibilmente ribassista, personalmente non sarei eccessivamente negativo, a meno che non si giunga ad una vera e propria recessione mondiale (i dati invece parlano di rallentamento).
Anche solo ipotizzando che il rimbalzo in corso rappresenti il ritracciamento della gamba ribassista avviatasi nel Maggio del 2015, avremo come primo target area 44,6 dollari.
Riccardo Fracasso
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