Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 16.843 punti, registrando un +0,8%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +3,27%.

Tre settimane fa:

“All’interno di un trend primario chiaramente ribassista, il target del rimbalzo in corso è rappresentato dalla mediana della Forchetta rialzista che transita in area 18.500 punti.

Tuttavia, mentre a Marzo e ad Aprile il nostro indice ha avuto perlomeno la forza di raggiungere i target minimi indicati con le nostre analisi (rispettivamente area 19.300 ed area 18.900), ora l’impressione è che manchi la forza per raggiungere o anche solo avvicinarsi all’obiettivo (area 18.500 punti, per l’appunto).”.

Grafico aggiornato:

FTSE MIB - Forchetta rialzista.

FTSE MIB – Forchetta rialzista.

Nel frattempo al Ftse Mib è effettivamente mancata la forza di raggiungere il target, la mediana che ora transita a quasi 18.900 punti.

Spostando lo sguardo verso il basso, un importante test grafico sarà rappresentato dal comportamento dei prezzi all’eventuale contatto con la parallela inferiore della forchetta rialzista (ufficiosa) che, attualmente, transita in area 15.900 punti: l’eventuale rottura rappresenterebbe ovviamente un aspetto negativo.

Ora una parentesi didattica: il cosiddetto ‘effetto elastico’ è quel fenomeno in base al quale spesso capita che i titoli/indici protagonisti di cali molto forti, nelle successive fasi di temporaneo rimbalzo salgano in misura piuttosto decisa, senza comunque intaccare il trend di fondo ribassista.

Un rimbalzo contenuto preceduto da un discesa violenta, invece, rappresenta un ulteriore preoccupante elemento di forte debolezza.

Dai minimi di Febbraio i vari mercati azionari si sono mossi in modo differente:

  • S&P 500: nuovi massimi storici;
  • DAX: fase di consolidamento con minimi e massimi leggermente crescenti;
  • Ftse Mib: fase di consolidamento con massimi e minimi decrescenti.

Grafico:

Ftse Mib - Trend primario e fase di congestione.

Ftse Mib – Trend primario e fase di congestione.

In buona sostanza, scarsa forza relativa per il nostro listino e nessun effetto elastico, ai quali è da aggiungere la recente presunta incapacità di raggiungere il target minimo (area intorno alla mediana della forchetta), tutti aspetti che la dicono lunga sullo stato di salute della nostra borsa ed incrementano le possibilità di una nuova ondata ribassista con target inferiori a quelli già segnati.

Ovvio che in ottica ribassista un calo profondo della borsa americana faciliterebbe il tutto.

Riccardo Fracasso

 

21 Responses to Ftse Mib: analisi grafica

  1. Paolo ha detto:

    Ciao e bentornato,volevo chiederti se reputi probabile nelle prossime settimane almeno un ritest dei 15000 punti.Grazie

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Paolo e grazie,
      sarei propenso a ritenere una rottura dei 15.000 punti.
      Poi, come scritto, la borsa americana avrà la sua incidenza.
      Saluti.
      Riccardo

  2. Rosario ha detto:

    Ciao Riccardo,
    Sono d’accordo con te e tecnicamente è chiaro il quadro di debolezza del nostro indice. Quello che non mi è chiaro è che non capisco è se i fondamentali delle nostre aziende meritano tanto pessimismo. Ad esempio qual’e il trailing p/e dell’indice delle nostre blue chips e quale il farword p/e per gli anni a venire. Voglio dire c’è un legame tra le quotazioni attuali in discesa con gli utili futuri? Sarà il problema delle banche a giustificare tanto pessimismo?
    Saluti e bentornato.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Rosario e grazie.

      Il metodo che utilizzo per valutare la sottovalutazione di un indice (e di riflesso dei titoli) è il rapporto tra la capitalizzazione della borsa ed il PIL.
      Tale criterio indica come ampiamente sottovalutata la nostra borsa, come più volte evidenziato nel blog.
      Tuttavia, in termini di sopravvalutazione, il problema è che le borse più importanti (S&P ed in seconda battuta DAX) e che inevitabilmente incidono sulle altre, sono molto tirate ed è fisiologico un loro ridimensionamento.
      Pensare che il Mib, peraltro con i problemi che ha, possa salire in controtendenza è utopistico.

      Per di più, considera pure che come talvolta ci sono eccessi verso l’alto (come nel 2000 e nel 2007), poi ci possono essere eccessi verso il basso, con uno scollamento dalla realtà economica (P/E, ecc.)… non scordiamoci lo S&P 500 sotto a 700 punti nel 2009!
      Sono i periodi in cui la convenienza (primo driver dei mercati) lascia il posto al sentiment (secondo driver dei mercati), ed è così che si concretizzano eccessi, eccessi che fanno male a chi è sul mercato ma che rappresentano splendide occasioni per chi è fuori.
      Il bund, con rendimenti negativi persino sui decennali, è un esempio di un eccesso.

      Nessuno di noi conosce il futuro, men che meno io, ma personalmente vedo rischi eccessivi che mi portano a preferire la scelta di star fuori, anche a costo di perder parte di un eventuale rialzo.
      Tale scelta comunque per ora sta pagando.

      Saluti.

  3. andrea ha detto:

    Interessante articolo che spiega dove si annida – secondo me – uno dei principali pericoli sistemici. Si potrebbe chiamare “la coperta corta” : se non salvi l’Italia e i titoli del suo debito pubblico, crolla tutto ; ma per farlo devi abbassare i tassi e schiacciare i rendimenti fino a renderli negativi a tempo indefinito; in questo modo le banche e i fondi pensione non guadagnano nulla, anzi fanno fatica a mantenere redditività e quindi i requisiti patrimoniali oltretutto via via più severi che vengono imposti (primo circolo vizioso); i consumatori anziché essere spinti a consumare di più (come nelle intenzioni) sono spinti a risparmiare di più appunto perché i rendimenti negativi mettono in pericolo le pensioni, il che accresce la deflazione e impedisce allentamenti fiscali, anzi richiede nuova austerità (secondo circolo vizioso). D’altro canto, se la BCE tornasse sui suoi passi lasciando “libero” il mercato, allora si rischierebbe di nuovo un 2011. Alquanto inquietante. E pensare che nel primo trimestre 2015 si “festeggiò” il QE con un balzo del 30%, altro che “euforia irrazionale” di greenspaniana memoria… Il mercato è miope e semplifica, ovviamente nell’immediato come al solito prima ignora la verità, poi la deride, poi la combatte e solo dopo, alla fine, la accetta come ovvia. Il grande equivoco è scordarsi sempre che un investimento deve pazientemente “aspettare” che una verità venga appunto accettata, e questa purtroppo non è la regola bensì l’eccezione.

    “Più danno che guadagno. Questa è la conseguenza della politica monetaria della Bce secondo John Cryan, ceo di Deutsche Bank. Si tratta di una critica sempre più diffusa, ma che finora non era mai stata espressa dal numero uno di un colosso bancario. Cryan è talmente preoccupato da sentirsi in dovere di scrivere un lungo commento sul numero di ieri del quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt. Per il banchiere inglese, chiamato l’anno scorso a risollevare le sorti della prima banca tedesca, «la politica monetaria in esecuzione è in contrasto con gli obiettivi di rafforzare l’economia e rendere il sistema bancario europeo più sicuro». Cryan sottolinea che le banche centrali sono prigioniere delle loro politiche di salvataggio. Il combinato disposto dei tassi sui depositi negativi (-0,40%) e degli acquisti di titoli di Stato e corporate bond (Qe) messi in atto dalla Bce sta comprimendo i margini delle banche europee, già di per sé in difficoltà, rendendo più difficile per le compagnie assicurative trovare investimenti redditizi e distorcendo i prezzi sui mercati finanziari. Le conseguenze per i risparmiatori e per i piani pensionistici saranno gravi, avverte Cryan. Allo stesso tempo i benefici che avrebbero dovuto portare le politiche della Bce non si sono materializzati.

    «Dato il persistere dell’incertezza, le aziende non investono e non cercano nemmeno più il credito», spiega il numero uno di Deutsche Bank , sottolineando come sia inaccettabile il fatto che le autorità regolatrici della finanza abbiano chiesto alle banche di aumentare i loro cuscinetti di sicurezza, imponendo allo stesso tempo tassi d’interesse punitivi sulle loro riserve aggiuntive. Certo, ammette Cryan, con le sue politiche non ortodosse «la Bce ha fatto molto per stabilizzare l’Europa». Ma l’obiettivo di un’inflazione di poco inferiore al 2% resta lontanissimo; a luglio in Eurolandia l’indice è salito di un misero 0,2%. Ecco perché è ora di cambiare le politiche dell’istituto di Francoforte, scrive Cryan, particolarmente preoccupato del fatto che i margini d’interesse, uno dei pilastri dei profitti delle banche nella zona euro, sono caduti del 7% a partire dal 2009.

    Come osserva Martin Luck, strategist di BlackRock, le politiche messe in atto dal presidente della Bce Mario Draghi stanno avendo effetti opposti di quelli sperati. I tassi d’interesse negativi sui depositi lasciati dalle banche commerciali in Bce dovrebbero spingerle a dare più credito ma i fatti dicono che invece le indeboliscono, costringendole a frenare la concessione di prestiti. I consumatori dovrebbero risparmiare di meno e spendere di più, stimolando così la crescita economica e aumentando l’inflazione, ma invece risparmiano di più in vista della pensione poiché i rendimenti negativi dei titoli di Stato mettono a rischio i piani previdenziali. Poiché il mercato obbligazionario offre rendimenti negativi, gli investitori dovrebbero buttarsi sull’azionario. Ma in Germania solo 9 milioni di risparmiatori, poco più del 10% della popolazione, possiedono titoli in borsa. Il rischio è che i risparmi rimangano su conti correnti che non danno interessi. La Bundesbank ha calcolato che nel 2015 il tasso di risparmio dei tedeschi è salito al 9,7%, al livello più alto dal 2010, ed è destinato ad aumentare anche quest’anno.

    Cryan non lo dice, ma l’unico risultato tangibile delle politiche della Bce è l’abbassamento dei rendimenti dei titoli di Stato italiano, che permette di gestire l’enorme debito pubblico della Penisola. Senza la rete di sicurezza approntata da Draghi, l’Italia rischierebbe di tornare all’estate 2011 con l’impennata dello spread. Le conseguenze sarebbero devastanti e potrebbero spingere Roma fuori dall’euro. Ma senza l’Italia la moneta unica avrebbe ben poche speranze di sopravvivere. Il risultato è che per assicurare la vita dell’euro, la Bce adotta politiche che penalizzano i risparmiatori e mettono a rischio le loro pensioni”.

    (da “ecco come e perché Deutsche Bank sballotta Mario Draghi” di Marcello Bussi, MF)

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Andrea,

      nel 2015 avevamo il trend al rialzo che ha sostenuto il mercato, e con un trend rialzista gli eccessi sono da tener in conto.
      Ad ogni modo verissimo, spesso ci sono scelte che da un lato favoriscono e dall’altro penalizzano.
      Come sostieni giustamente tu, la coperta è evidentemente corta, ed il fatto che lo sia dopo una politica monetaria espansiva senza precedenti (mi riferisco anche agli USA), è un problema.
      Ritengo che andrebbe considerata l’ipotesi degli Eurobond, e dal contestuale rialzo dei tassi graduale e contenuto.
      Non sono un economista, è un semplice pensiero personale.
      Ciò potrebbe fornire ossigeno alle banche ed al tempo stesso eviterebbe un crollo dei titoli di Stato dei Paesi più deboli (Vedi Italia).
      Ma è un’ipotesi che prevede una solidarietà da parte dei Paesi più forti che non gli appartiene…ed un’unione monetaria priva di solidarietà non ha grande futuro.
      Poi è anche vero che alcune crisi è bene lasciarle scoppiare, perché talvolta i rimedi rappresentano toppe che si limitano a posticiparle.

      Riccardo

  4. ursulina ha detto:

    Sembra una salutare fase di accumulazione dopo un ribasso di oltre il 40%. Agosto stà chiudendo sui massimi di periodo contrariamente alla statistica che in un trend ribassista lo vorrebbe negativo. Ovviamente se a settembre rompiamo i 15017 punti per la mia ipotesi rialzista discorso chiuso. Un saluto.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Ursulina,
      ci eravamo lasciati che prevedevi nuovi minimi, e ti ritrovo positiva.
      Il bilancio tendenziale di Agosto è invariato (-0,02%), poi magari si chiuderà positivo.
      Ma, al di là di questo, come abbiamo visto in un’analisi, i precedenti trend primari ribassisti si concludono con un picco di volatilità (VSTOXX) e con variazioni trimestrali pesantissime che non abbiamo visto.
      Io non so se ciò stavolta non si ripeterà, ma preferisco non correre il rischio di assisterlo in prima persona.
      Riccardo

      • ursulina ha detto:

        Per la verità dopo l’arrivo a 15000 punti avevo aperto alla possibilità di un rimbalzo a 20000-20600 punti(Non ricordo in quale report). Ovviamente se cade 15017 il primo target tecnico significativo diventa 12375 ma penso ci fermeremmo un pò prima 12800-13000 punti per un nuovo rimbalzo. Ciao.

  5. Graziano ha detto:

    Ciao Riccardo e Ben tornato dalle ferie.

  6. Paolo ha detto:

    …quindi tra 14500 e 14250?

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Se mi parli di target finale Paolo, potrei anche dirti che c’è il rischio di vedere minimi inferiori anche ai 12000 punti, ma forse anche a 4 cifre.
      Ma indicare un obiettivo ora è sbagliato perché rischia di generare aspettative che poi potrebbero essere disattese, tant’è che finora non mi sono espresso in sede di analisi ma solo in risposta a commenti che mi ‘spingevano’ a farlo (questo vale pure la borsa americana).
      Per chi investe, è importante avere una strategia (che da mesi indico come quella di alleggerire sugli allunghi), e valutare il mercato step by step, perché nessuno può illudersi di conoscere con certezza il futuro.
      In un percorso ci sono sempre mille ostacoli e mille imprevisti che possono stravolgere lo scenario.
      Riccardo

  7. Robertino Barocelli ha detto:

    Ciao Riccardo
    capisco essere negativi e abbiamo ben tante ragioni per esserlo ma ipotizzare ribassi addirittura a livelli di quattro cifre mi sembra esagerato. Significa ritornare a 25 anni fa circa…come dicevi ci sono stati eccessi sia in un senso che nell’altro, 43k sicuramente eccesso e 15k altresì sicuramente eccesso. Ad oggi sembra esserci buon supporto sui 16200 ma credo che in settimana andremo over 17k. La speculazione farà il resto (abbiamo già visto purtroppo super ribassi per far entrare i grossi investitori su aziende super solide del Mib)e si rimane perplessi come i fondamentali in questa fase vengano trascurati (Eni, Ferrari, Fca, Enel, Telecom…aziende che ci invidiano in tutto il mondo). Io penso che a questi livelli gli istituzionali stiano molto lentamente accumulando quindi ho un’opinione opposta alla tua, e nel contempo, oltre ad accumulare, fanno buon trading essendoci in giro quantità enormi di liquido da piazzare.Come sempre chi vivrà vedrà…buona domenica
    Roberto

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Roberto,
      in sede d’analisi non ho pubblicato target perchè ritengo assolutamente prematuro farlo.
      Tra i commenti, tirato per la giacchetta, ho avanzato un’ipotesi, esprimendo un pensiero a voce alta.
      Esagerato? Il mercato è fatto di eccessi, e ricordo che nell’ultimo anno in diverse occasioni trovavi esagerato ipotizzare nuovi minimi che poi sono stati segnati.
      Sia chiaro, non vuol essere una critica ma uno spunto di riflessione: ha davvero senso continuare a guardare verso l’alto escludendo sempre nuovi minimi?
      Pur avendo le mie idee, vorrei fosse chiaro che io non so dove andrà il mercato, e onestamente al momento nemmeno troppo mi interessa.
      Ciò che mi importa è disporre di una strategia da seguire e poi, al momento opportuno, identificare un minimo o, se necessario, modificare la mia visione (anche in rialzista).
      Ma se la strategia porta a sperare nel mercato e a subirlo, credimi, la strategia è errata, comunque andranno le cose.
      Ad ogni modo, il Ftse Mib è sotto 17 mila punti con lo S&P 500 vicino ai massimi: se la borsa americana dovesse subire una correzione degna di tal nome (ipotesi non certa ma credibile), è giusto chiedersi dove finirà il nostro povero Mib.
      Ecco perchè io non escluderei ipotesi che al momento appaiono esagerate.
      Buona domenica.
      Riccardo

      • alessandro ha detto:

        Buongiorno e ben tornato!Anch’io voglio fare un pensiero a voce alta: Gli Stati uniti prima o poi correggeranno scaricando eccessi(quando? boh!praticamente mai durante campagne elettorali, però nel 2008..), e questo non può che essere fisiologico ed è nella natura delle cose!Quanto correggeranno? boh! ce lo dirà direttamente il mercato.Quando i guadagni in termini percentuali e il rischio e le probabilità staranno tutte dalla parte di un rialzo piuttosto che ad una continuazione della discesa!E il nostro mib? Quasi mai nella storia è andato contro corrente.Credo,però,che crolli superiori al 40% sarebbero disastrosi e non so neanche se sarebbero un’ottima opportunità di guadagno. Mi spiego:un mib sotto i 10000punti(che difatto sarebbe nuovo record negativo)vorrebbe dire nuova crisi dell’euro, fallimento politica di draghi, messa in discussione dell’intera unione europea(ci ricordiamo la Piccola grecia??),crisi economica, etc!Se è vero(ed è vero)che i Soldi si fanno solo acquistando in momenti “critici”, è anche vero che bisogna acquistare Asset sani e sottovalutati e di ottime prospettive per il futuro!!!L’Italia rappresenterà questo??!!I Compratori Esteri come ci vedranno?
        Alessandro
        ps:consiglieresti di disinvestire ora posizioni azionarie in italia anche se in perdita?

        • RICCARDO FRACASSO ha detto:

          Ciao Alessandro,
          nel caso di forti cali, ovviamente, sarà necessario rivalutare la situazione e quanto lo scenario che hai ipotizzato (crisi dell’Euro) sarà scontato dagli indici.
          Venendo alla tua domanda, da mesi ho indicato come strategia quella di alleggerire sugli allunghi (indicando peraltro come target le aree effettivamente raggiunte a Marzo e ad Aprile); chi ora è presente sul mercato vuol dire che ha deciso diversamente disallineandosi in quel che era la strategia proposta e, a questo punto, sta al singolo investitore decidere che fare come ha deciso di non vendere al momento opportuno.
          Io posso solo limitarmi a ripetere che nel caso di un eventuale (ma non certo) allungo, andrebbe ancor una volta considerato come occasione per liquidare.
          Riccardo

  8. Marco ha detto:

    Ciao Riccardo e bentornato.
    Regolarmente leggo i tuoi report e i commenti che seguono. Come detto altre volte non sono un esperto di analisi tecnica ma tengo conto dei grafici e dei possibili sviluppi delle loro proiezioni e fin dove arrivo di quei segnali tecnici che voi addetti ai lavori di volta in volta interpretate per sviluppare le previsioni di scenari più probabili.
    Naturalmente concordo su tutte le fragilità che presenta il quadro economico generale, elementi destabilizzanti già sul piatto, di cui tutti i professionisti del settore sono a conoscenza e è proprio per questo motivo che nutro diversi dubbi e come tutti penso e rifletto sulle considerazioni che vengono fatte.
    Il trend ribassista di Ftemib, il trend laterale dello S&P500, la fase di distribuzione nella parte alta del range laterale, il margin debt, l’eccessiva valutazione della borsa USA, incertezze legate al risultato delle prossime elezioni americane,tempistiche del rialzo dei tassi USA, l’RSI settimanali o mensili, tutte le problematiche del settore bancario europeo e in particolare quello italiano, referendum italiano, varie elezioni europee ecc. ecc., sono tutti elementi noti e probabilmente già prezzati almeno in parte dai mercati.
    Tutti questi elementi (probabilmente ne avrò dimenticato qualcuno)sono alert che fanno pensare che verosimilmente prima o poi qualcosa di negativo dovrà accadere.
    Ecco proprio qui mi faccio la domanda:
    possibile che proprio perché così atteso e prevedibile, un fatto alla fine non si verificherà?
    Di solito una fase di panico è scatenata da una notizia inattesa e/o pretestuosa che può far scattare le vendite.
    E quindi, se non potrà essere una notizia già nota, quale notizia potrebbe essere?
    Ultima considerazione: se davvero il nostro Ftsemib dovesse raggiungere valori prossimi alle 4 cifre, le nostre banche quanto quoterebbero? ci dovrebbero essere per tutte adc a raffica, sarebbe uno scenario apocalittico.
    Se davvero si possa ritenere plausibile uno scenario del genere, quale potrebbe essere la nuova causa scatenante?
    Certamente non una di quelle sopra elencate.
    Quando si verificano i crolli non c’è mai preavviso e tutti, dico tutti, vengono presi alla sprovvista.
    Questo mi fa pensare e ho ritenuto opportuno manifestarti i miei dubbi.
    Come dici tu mi trovo d’accordo a seguire il mercato step by step e mi chiedo se davvero razionalmente ritieni possibile uno scenario così negativo con un Ftse mib così vicino a 4 cifre.
    Mi piacerebbe un tuo parere
    Grazie

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Marco e grazie.
      1 – non è necessaria una nuova notizia ma è sufficiente il peggioramento di una criticità già esistente (settore bancario), ne è esempio il settore bancario americano nella crisi tra il 2007 ed il 2009
      2 – il calo è atteso? in primo luogo ritengo che gli elementi che hai elencato non siano a conoscenza di tutti, per esempio, la distribuzione volumetrica verso la parte alta del range tu la conosci perché leggi questo blog ma, altrove non v’è traccia.
      Ad ogni modo, se i ‘più’ (intendo il parco buoi) fossero convinti che i mercati devono scendere, come mai tutti gli indici di volatilità sono vicino ai minimi, gli indici del sentiment è su valori elevati ed il ricorso alla leva (margin debt) è su livelli superiori a quelli del 2007? Sono aspetti che indicano compiacenza e non certo avversione al rischio, e la compiacenza è uno degli elementi caratteristici delle fasi pre-crolli.
      Io per primo non escludo un’ulteriore ondata rialzista (pur ritenendola meno probabile di nuovi cali), ma se essa si concretizzerà non sarà perché tutto è scontato (in USA, poi, come fanno ad esser scontati tutti gli scenari negativi se i listini sono vicini ai massimi storici?), ma si tratterà di un’ultima estensione rialzista speculativa e sostenuta dalla carenze di alternative che posticiperebbe il calo.
      Ipotesi possibile? Si, ma non tanto da definirla probabile e, soprattutto, non tale da fornire rendimenti potenziali in grado di compensare i rischi potenziali.
      Poi è pur vero che l’operatività può cambiare in funzione del proprio profilo d’investitore.
      Riccardo

  9. Marco ha detto:

    Scusa Riccardo dimenticavo, per l’argento vale sempre l’indicazione di acquistare sulla debolezza?
    Però considera sempre che si sta parlando di qualcosa di volatile.
    Grazie Marco

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Io prediligo l’oro per il suo ruolo di bene rifugio.
      Ad ogni modo, Area 18,27 per l’argento rappresenta un supporto interessante.
      Riccardo

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