Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.362 punti, registrando un -0,23%.

Il bilancio settimanale è pari ad un +0,8%.

Marzo si chiude con un -0,04% ed il primo trimestre 2017 con un +5,53%.

In merito a Marzo, si evidenzia la minor forza relativa del listino americano che, come specificato in più occasioni in sede di check up, nelle fasi rialziste rappresenta un aspetto positivo poiché il maggior slancio delle borse meno solide (come la nostra) descrive un’alta propensione al rischio, favorevole agli asset più volatili come, per l’appunto, quello azionario.

I problemi, semmai, sorgono nell’eventualità in cui dovesse correggere violentemente: in tal caso le probabilità che gli altri listini si muovano in controtendenza rialzista sono davvero molto poche.

A partire da Aprile si alza notevolmente il punto di controllo rappresentato dal minimo della candela mensile in cui è stato segnato il massimo: Marzo (minimo 2.322 punti).

In conclusione, l’aggiornamento grafico su base settimanale:

S&P 500 – Forchetta rialzista – Punto annuale Pivot R1

Riccardo Fracasso

 

6 Responses to S&P 500: Marzo invariato

  1. Claudio ha detto:

    Ciao Riccardo,

    A quanto dovrebbe arrivare lo sp500 nell’ipotesi di raggiungere il P/E di Shiller di circa 45 visto nella bolla del 2000?

    Considerato l’immane sostegno fornito in questi anni dalle banche centrali, non c’è la possibilità che si vadano a ritoccare valori estremi di P/E come quelli di 17 anni fa?
    (È un po’ questa ipotesi che mi fa sospettare che forse siamo ancora lontani dai massimi assoluti, nonostante già in territorio di bolla)

    Grazie
    Claudio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Claudio,
      si tratta di un indicare a due variabili, per cui condizionato da entrambe, non solo dallo S&P.
      Ma a parte questo, non bisogna credere che il mercato debba necessariamente raggiungere determinate soglie prima di crollare.
      E poi, se si considera il P/E di Shiller allora perchè non considerare il margin debt che è a livelli molto più alti di quello del 2000?
      Attendiamo eventuali segnali e concentriamoci su ciò che abbiamo al momento, il resto lascia davvero il tempo che trova:
      1 – presenza di bolla
      2 – trend rialzista
      3 – raggiungimento di un’area grafica rilevante (2.400).
      Nel caso di nuovi allunghi (ipotesi possibile), pazienza, lo scopo di chi investe non è certo quello di vendere sui massimi di una bolla.

      Saluti.
      Riccardo

  2. MAURIZIO ha detto:

    Riccardo Ciao . Siamo dunque arrivati alla possibile e necessaria riduzione del MARGIN-DEBIT che INDICAVI ,una volta di più ,nel TUO ULTIMO CHEK-UP ???

    La dimensione del bilancio di una BANCA CENTRALE non sembrava più preoccupare nessuno o almeno così sembrava sino a ieri sera quando la FED ha lasciato intendere che nel corso dell’anno inizierà con ogni probabilità una politica di riduzione passiva, ovvero non rinnoverà più tutti o parte dei titoli in scadenza.
    Il punto è importante perché significa che la FED percepisce ora come un RISCHIO concreto il mantenimento di dimensioni di bilancio così significative.
    Il bilancio di una BANCA CENTRALE è fatto all’attivo di titoli domestici ed esteri, al passivo di liquidità in circolazione e riserve delle banche .
    Lasciando qui in disparte la spiegazione in dettaglio è chiaro che alla FED , cui esponenti sono decisamente meno infantili delle loro controparti europee e giapponesi, si rendono conto che la quantità di titoli che detengono rappresentano un freno ad una crescita più equilibrata dell’economia, basata non sulle rendite finanziarie ma sulla circolazione del credito.
    Il RISCHIO è estremamente concreto .
    Come si sa leggendo i “REPORT ” in ” SVIZZERA e GIAPPONE ” larga parte dei titoli in portafoglio sono americani.
    Come sempre la Fed anticipa enormemente la comunicazione per abituare i mercati finanziari in modo graduale.
    Ma potrebbe non avere tutto questo tempo a disposizione, se appunto si dovesse assistere a rivalutazioni violente dello yen o del franco svizzero….
    Grazie come sempre per una TUA opinione in merito .
    Buona Giornata e Buon Lavoro Maurizio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Maurizio,
      a quanto hai scritto aggiungo che dietro a tale volontà probabilmente c’è anche la consapevolezza di una bolla finanziaria dovuta all’eccesso di liquidità che va sgonfiata progressivamente, perchè più cresce e più sarà ingestibile un suo scoppio, ingestibile anche per le Banche Centrali.
      Saluti.
      Riccardo

  3. MAURIZIO ha detto:

    RICCARDO Ciao . Grazie per la TUA risposta
    Dunque se capisco bene , la TUA posizione sarebbe che nonostante tutti gli anni di politica accomodante, a giudicare dalla reazione all’annuncio della FED le borse sono ancora passibili di uno shock violento.
    Questa, anche a parer mio , a ben vedere dovrebbe essere la vera mina vagante.
    La Fed , andrà probabilmente verso una riduzione “PASSIVA ” del Bilancio .
    Io la leggerei in questo modo

    Siccome la domanda di dollari è aumentata molto con la globalizzazione, più che la liquidità in circolazione è probabile che diminuiscano le riserve delle BANCHE : se questo succede, aumenta la disponibilità di credito ma diminuisce la propensione delle banche ad investire queste riserve in attività finanziarie. In altre parole le BANCHE CENTRALI es .di SVIZZERA e GIAPPONE non hanno l’OPZIONE di ridurre gradualmente il proprio bilancio perché detengono larghe quantità di titoli esteri, anche azionari (oltre cento miliardi di azioni americane per la banca svizzera).
    Inoltre la FED si rende conto che se non iniziano a contrarre il bilancio, le BANCHE CENTRALI di questi paesi potrebbero essere costretti a vendere velocemente i vari titoli esteri che hanno in carico se di colpo le divise di quei paesi si dovessero apprezzare molto.
    A quel punto diminuirebbe drasticamente il valore dei titoli in portafoglio a queste banche centrali e il sistema si troverebbe in crisi di liquidità (se diminuiscono gli attivi devono diminuire anche i passivi), come successe nella crisi asiatica degli anni novanta .
    Tutt’altra musica è riguardo la BCE .
    Oggi in un Convegno , presenti uno stuolo di ECONOMISTI ( tra questi i FALCHI TEDESCHI ), DRAGHI ha riconfermato che lo stimolo monetario rimarrà invariato nei prossimi mesi –
    Sia negli acquisti dei titoli “QE” . Sia nei TASSI D’INTERESSE . Sia nelle indicazioni prospettiche ,la “FORWARD GUIDANCE “ fornita dal CONSIGLIO .
    Tutto questo nonostante la rinnovata formula che ripete sempre come un MANTRA :
    “LA RIPRESA STA PROGREDENDO E ORA STA ACQUISTANDO IMPULSO “……. .
    Per buona pace di WEIDMANN ,SCHAUBLE e MERKEL ….

    Saremo tranquilli su questo fronte ancora per circa un anno………O NO???
    Come sempre anticipatamente grazie per un TUO commento in merito .
    Buona Serata Maurizio

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Non si tratta della mia posizione ma di un dato di fatto.
      Una prolungata politica espansiva porta inevitabilmente ad un bolla; poi sta anche all’abilità delle Banche Centrali attuare la miglior exit strategy assistere ad una soft lending.
      La FED sta effettivamente normalizzando in modo graduale la politica monetaria, anche attraverso i comunicati, ma il problema è che le dimensioni della liquidità immessa sono tali che è comunque difficile controllare l’eventuale contrazione della leva… e a ciò si sommano i problemi legati al settore bancario europeo.
      Buona serata.
      Riccardo

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