Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 24.159 punti, registrando un +0,52%.
Il bilancio settimanale è invece pari ad un -0,72%.
Grafico su base mensile:
Nelle ultime settimane s’è evidenziato più volte come il Ftse Mib abbia raggiunto l’importante area 24.000-24.500 in cui convergono la mediana della forchetta A-B-C ed i massimi toccati nel 2009 e nel 2015.
Raggiunta tale area, nella settimana in corso sono scattate le prime vendite accompagnate da un sensibile indebolimento in termini di forza relativa rispetto alla borsa americana ed alle altre europee, aspetto preoccupante solo se dovesse trovare conferme.
Il calo di forza relativa e l’innalzamento dello spread sono facilmente imputabili ad un’ipotesi di governo non gradita ai mercati, poiché critica nei confronti dell’Area Euro e considerata da molti poco attenta ai conti.
Come mia abitudine non esprimo considerazioni politiche e mi limito a dare una chiave di lettura finanziaria al contesto: se l’intenzione non è quella di uscire dall’Area Euro ma quella di cambiarla con vigore, dal punto di vista economico/finanziario non può che essere positiva per il nostro Paese.
Tornando all’aspetto grafico, il trend primario resta comunque saldamente al rialzo, ma in possibile fase correttiva.
Fino a che i prezzi non abbandoneranno la forchetta permarrà un’impostazione rialzista e le discese andranno lette come occasioni di acquisto.
Per uscita dalla forchetta s’intende la rottura della parallela inferiore che, attualmente, transita a 19.200 punti, valore via via crescente col passare del tempo.
Si tratta indubbiamente di un buon margine (attualmente circa 19%) ma non tale da escludere a priori una tenuta nel caso in cui la situazione dovesse precipitare.
Riccardo Fracasso
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