From the monthly archives: Gennaio 2019

Con l’inizio dell’anno, e sulla base anche delle analisi pubblicate ieri, andiamo a sintetizzare il contesto finanziario.

Euro/Dollaro

Si suol dire: ‘se Sparta piange Atene non ride’.

Se in Europa la crescita è molto debole, negli Stati Uniti stanno emergendo difficoltà notevoli ed è sempre più probabile la conclusione del rialzo dei tassi (che fin qui ha favorito la valuta americana).

Inoltre, con l’accordo sulla manovra tra il governo italiano e la Commissione Europea, si affievolisce un aspetto che nel 2018 ha penalizzato l’Euro.

Salvo nuove crisi che mettano in dubbio la stessa unione dell’Area Euro, attualmente ritengo che nel 2019 sia più probabile un apprezzamento dell’Euro rispetto al Dollaro che non il contrario.

Azionario

Problema comune per tutti i Paesi è il debito, particolarmente quello privato, cresciuto enormemente dalla crisi del 2008 in poi.

Inoltre, la guerra sui dazi dovrebbe penalizzare chiunque, USA compresi.

Negli Stati Uniti sono altissimi gli eccessi (valutazione della borsa, margin debt, ecc.), e sono già in fase di rientro.

In Europa, invece, tra i principali problemi ricordiamo le difficoltà del comparto bancario, lo spazio di manovra molto ristretto della BCE (i tassi sono ancora a zero!) e la crescita economica molto contenuta.

Nella seconda parte del 2018 abbiamo assistito all’inversione ribassista del mercato azionario che, pur non escludendo rimbalzi anche di buona entità, probabilmente porterà a nuovi minimi significativamente più profondi rispetto a quelli registrati lo scorso anno.

La discesa in corso servirà per fare pulizia di molti eccessi (in primis gli Stati Uniti), ma difficilmente gli indici attualmente sottovalutati avranno la forza di muoversi in controtendenza, anzi.

Questo ribasso ha comunque buone probabilità di originare la più grande opportunità di ingresso per il prossimo decennio per quanti sono e stanno riuscendo ad evitarlo.

Obbligazionario Euro

Situazione piuttosto anomala in cui l’intero ciclo economico potrebbe saltare la fase di rialzo dei tassi (aspetto che illustra la fragilità della ripresa dell’Area Euro); una normalizzazione meno veloce della politica monetaria (o addirittura il ricorso ad un nuovo QE) potrebbe compensare almeno parzialmente la penalizzazione rappresentata da rendimenti tuttora poco appetibili.

Ad ogni modo, si evidenzia l’assenza di un valore che giustifichi l’esposizione da parte degli investitori (più interessante per i trader).

Obbligazionario USA

In linea generale il top dei tassi di interesse rappresenta un’occasione di ingresso importante.

A tal proposito, a dispetto delle recenti dichiarazioni della FED, il rialzo di dicembre potrebbe essere l’ultimo di una politica di normalizzazione che potrebbe poi lasciar spazio ad una politica ulteriormente espansiva.

In buona sostanza, nonostante rendimenti comunque non così appetibili, i tbond potrebbero apprezzarsi nel nuovo anno (apprezzamento peraltro già iniziato da qualche settimana).

Ovvio che, considerato il livello dei tassi, il margine di rialzo non è ampio.

Oro

Nell’ultimo trimestre del 2019 abbiamo assistito ad un aumento della forza relativa dell’oro e ad un rialzo dello stesso.

I bassi rendimenti del mercato obbligazionario ed i flussi in uscita dall’equity dovrebbero favorirlo.

Vedo l’oro protagonista in positivo nel 2019.

Conclusioni

In buona sostanza, Il 2018 ci consegna una situazione piuttosto complicata per il nuovo anno, da affrontare con una gestione molto attiva e non con un portafoglio tradizionale.

Una corretta gestione consentirà di non subire i cali in corso e, in futuro, di sfruttarli come ottime occasioni di ingresso.

Tra gli asset, ha buone probabilità di spiccare l’oro, che già nel 2018, pur in lieve calo, ha esibito una maggior forza relativa.

In un simile contesto ben si adattano strategie market neutral, molto utilizzate anche dai cosiddetti fondi alternativi.

Riccardo Fracasso

 
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