Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 3.295 punti, registrando un -0,9%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -1,03%.
Alcuni numeri, giusto per capire il quadro degli ultimi mesi:
- da oltre 3 mesi (8 Ottobre 2019) l’indice americano non subisce una correzione giornaliera di almeno 1 punto percentuale;
- da oltre 5 mesi non subisce una correzione settimanale di almeno 2 punti percentuali.
Peraltro, si sta parlando di eventi in cui il trend rialzista non fu nemmeno lontanamente messo in discussione.
Ciò che stupisce è proprio che fatti normali come piccole correzioni siano diventati ormai ‘eventi’.
L’assenza di correzioni significative non è un segnale di un ambiente sano, ma di un ambiente altamente speculativo e dominato dalla ricerca dell’utile e non del valore.
L’assenza prolungata persino delle correzioni modeste mi da l’impressione di un mercato estremamente pilotato, in cui chi guida ha il timore che un calo, anche il più piccolo, rischi di trasformarsi in qualcosa di molto serio e non più controllabile.
L’impressione è che quando (e se) i prezzi saranno liberati e potranno muoversi secondo la normale logica di domanda e offerta, il fondo potrebbe essere molto basso.
Ad ogni modo, è doveroso valutare il quadro attuale, senza nulla escludere.
Dal grafico è possibile notare una Harami Bearish settimanale che, nel caso di conferme, potrebbe anticipare una correzione di qualche settimana o il principio di qualcosa di più duraturo.
Figura che si attiva nel caso di minimi al di sotto dell’ultima candela (3.281) o, ancor meglio, dell’intera figura (3.268 punti).
Smentita nel caso di nuovi massimi (oltre 3.337 punti).
Riccardo Fracasso
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