Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.541 punti, registrando un -3,37%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +10,26%.
La scorsa settimana:
“I prezzi stanno mettendo pressione all’area 2.350 punti in cui convergono i minimi del 2018 ed il ritracciamento del 38,2% del vettore rialzista A-B.
Messaggio per i trader: semmai dovesse partire un rimbalzo, dovrebbe succedere da quest’area.”.
Nel corso della settimana l’indice americano ha ulteriormente messo sotto pressione area 2.350 punti per poi rimbalzare vigorosamente, come da aspettative.
Area 2.650 punti rappresenta la prima importante resistenza, la cui eventuale rottura proietterebbe i prezzi in area 2.792.
Ribadisco la convinzione personale che il recupero in corso rappresenta un semplice rimbalzo.
Inoltre, come per quanto affermato in merito al Ftse Mib, vale la considerazione che il contesto attuale impone di non escludere l’ipotesi che gli indici siano talmente deboli da non riuscire a raggiungere i propri obiettivi di rimbalzo.
Concludo col grafico delle richieste di sussidi di disoccupazione:
L’ultima rivelazione, seppur possa sembrare un errore di inserimento dati, errore non è: le richieste sono state pari a 3.283.000, quasi dieci volte tanto a quella che era la media storica (350.335), e circa cinque volte tanto al precedente picco (Marzo 2009 = 665.000).
Appare evidente che, anche dal punto di vista economico, stiamo vivendo un periodo senza precedenti.
Riccardo Fracasso
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