Il rapido cambio di prospettive sulla politica monetaria americana non poteva non avere effetti sul cambio euro-dollaro (1,1286):
Si osservi la rottura netta della media mobile a 200 giorni ed il superamento del precedente massimo di fine 2019 (1,1239).
Seppur avrei preferito una chiusura più vicina ai massimi, quanto successo può essere già considerato come un segnale importante che suggerisce di evitare l’esposizione in dollari.
Passando ad un time frame mensile possiamo notare una trendline di massimi decrescenti che dal 2008 ha contenuto tutte le spinte rialziste del cambio euro-dollaro:
L’eventuale futuro superamento convinto di tale retta (che attualmente transita in area 1,175) rappresenterebbe un ulteriore segnale rialzista.
Ovviamente non si sta dicendo che ciò succeda necessariamente nell’immediato, ma si sta dando anticipatamente dei punti graficamente rilevanti.
Inviterei a non escludere a priori, dopo anni di tendenza ribassista per il cambio, l’ipotesi di un ampio periodo di rialzo (che implicherebbe una maggior forza relativa dell’euro nei confronti del dollaro).
Sullo sfondo, tenete presente quanto scritto nell’analisi di fine 2017), non si sa mai torni utile.
Riccardo Fracasso
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