Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 3.044 punti, registrando un +0,48%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +3,01%.
Maggio chiude con un +4,53%.
L’indice americano è in fase di pressione dell’importante soglia psicologica 3 mila punti entro la quale convergono la media mobile a 200 giorni (2.999 punti) e il pivot centrale annuale (2.973 punti).
Al momento sono assenti segnali ribassisti.
La mano primaria è bravissima nel far credere al ‘parco buoi’ che un rimbalzo sia un’inversione rialzista, attraverso false rotture, posticipando il più possibile le vendite, generando euforia e la convinzione che il peggio sia alle spalle.
Proprio per questo motivo è impossibile individuare con certezza i livelli e i tempi precisi del ritorno delle vendite, ma è possibile indicare delle aree graficamente interessanti (come quelle attualmente raggiunte dai diversi indici) e delineare il contesto.
Tra le qualità dell’investitore non devono mancare la pazienza e la capacità di mantenersi razionale mantenendo l’attenzione su dati oggettivi:
- in due mesi (da Febbraio ad Aprile) la disoccupazione americana è passata dai minimi degli ultimi 50 anni ai massimi degli ultimi 80 anni. Valore che con ogni probabilità aumenterà ulteriormente a Maggio.
- il PIL in un trimestre (dal 4° 2019 a 1° 2020) è passato da +2,1% a -5% e le previsioni per quello in corso sono di una perdita superiore al 30%!
- siamo al sesto stadio del ciclo economico (argomento ampiamente approfondito nell’ultimo check up), quello della recessione e del minimo di lungo termine delle borse. Nei precedenti crolli azionari l’inversione rialzista dei mercati è avvenuta solo quando il rapporto capitalizzazione borsa / PIL USA è sceso al di sotto della media storica (80%, nonché fari value). Attualmente si trova al 143%, molto vicino ai massimi storici (enorme sopravvalutazione).
Probabilmente alcuni posti di lavori persi saranno recuperati e nel terzo trimestre assisteremo a un bel rimbalzo del PIL, ma ritengo che servirà molto tempo per recuperare i fondamentali pre-crisi e che la scollatura tra economia e finanza (punto 3 dell’elenco) sia destinata a chiudersi con inevitabili forti vendite sulla borsa americana (che, ricordiamo, ha forte incidenza sulle altre).
Un ultimo dato, per non dimenticare quanto velocemente possano cambiare le cose in un contesto come l’attuale: nelle 23 sedute tra il 19 Febbraio e il 23 Marzo lo S&P 500 ha perso il 35%.
Quindi pazienza e razionalità.
Riccardo Fracasso
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