Andiamo a esaminare l’annata del Ftse Mib, conclusasi con la seduta di ieri.
Quelle che seguono sono tutte chiusure ufficiali per il nostro listino:
- dicembre: +0,78%
- IV trimestre: +16,92%
- 2020: -5,42%
Chiusura a 22.232 punti, massimo annuale a 25.483 punti (Febbraio) e minimo a 14.153 (Marzo).
E’ stato un 2020 a due facce: il crollo nella parte iniziale e il recupero nella successiva.
Il fatto che non siano stati sufficienti 9 mesi di deciso trend rialzista per recuperare interamente quanto perso in sole 18 sedute di discesa deve ricordare ancora una volta agli investitori quanto dannoso può essere il cambio di sentiment del mercato (passaggio RISK ON => RISK OFF) e quante veloci possono essere le conseguenze.
Se ciò non bastasse a rendere l’idea, è bene evidenziare che con i minimi di Marzo s’era giunti alle valutazioni di circa 7 anni e mezzo prima (Agosto 2012).
Il messaggio che voglio trasmettere è di non farsi mai trascinare in modo eccessivo dall’euforia, di non ricercare avidamente di vendere sui massimi, ma di avere sempre ben chiaro il terreno in cui ci si muove.
Il 2020 consegna al 2021 un trend secondario positivo e l’assenza di segnali ribassisti, elementi che ci portano a non escludere a priori ulteriori allunghi.
Tuttavia, lo scollamento tra borsa ed economia, gli enormi eccessi presenti negli Stati Uniti, suggeriscono la concreta possibilità che il 2021 possa rivelarsi un anno non facile.
Elemento di allerta la marcata minor forza relativa del settore bancario italiano (-21,09%) rispetto al Ftse Mib (-5,42%).
Riccardo Fracasso
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