Lo scorso fine settimana Fitch ha alzato il rating dell’Italia portandolo da BBB- a BBB con outlook stabile.

Giudizio giustificato dal fatto che “gli elevati tassi di vaccinazione, i risparmi del settore privato e l’uso dei fondi europei sosterranno le dinamiche di crescita”.

Probabilmente, tale upgrade ne anticiperà altri a favore di molte aziende, in primis le banche.

Di seguito osserviamo la tabella aggiornata dei rating che ci hanno assegnato le più famose agenzie (Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch):

Si tratta di una decisione positiva e che fa notizia, se non altro per il fatto che l’ultima promozione di Fitch risale al 2002.

Fitch riporta così il proprio giudizio ai livelli pre-covid, decisione che lascia un po’ perplessi osservando il grafico storico del rapporto tra debito e PIL:

Proprio nell’ultimo biennio il già elevatissimo rapporto tra debito e PIL è schizzato alle stelle, nei pressi dei massimi assoluti toccati nel primo dopo guerra, un secolo fa!

Ad ogni modo, si tratta di una notizia positiva, perchè per quanto discutibile l’attendibilità del giudizio delle agenzie, il rating resta un importante parametro di riferimento per il mercato e comporta delle conseguenze pratiche.

Il rating italiano resta comunque molto vicino (due gradini) alla categoria Speculative Grade, la cosiddetta categoria ‘spazzatura’.

Riccardo Fracasso

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