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Il Ftse Mib  ha chiuso la seduta a 19.681 punti, registrando un -0,25%.

Il bilancio settimanale è pari a un +9,69%.

Devo ammettere che un rimbalzo di tale portata, considerato quanto successo in settimana (inasprimento restrizioni e sviluppo elezioni americane), va nel senso opposto a quanto personalmente atteso.

Difficile trovare motivazioni valide al rialzo, e anche le aspettative di nuovi interventi da parte delle Banche Centrali appaiono giustificazione troppo debole.

Ad ogni modo, poniamo il nostro sguardo al quadro grafico, cercando di farlo nel modo più oggettivo possibile.

In più occasioni s’è evidenziato come il nostro indice stesse lateralizzando intorno all’area di ritracciamento del 50% del vettore A-B (19.818 punti):

Col tempo si è delineato un canale ribassista che ha accompagnato i prezzi a un minimo registrato proprio nell’area di ritracciamento del 50% del vettore B-C (17.643 punti):

La tenuta di tale area rappresenta un primo segnale di forza, avvalorato dalla formazione di un’isola rialzista su base giornaliera:

A ciò si aggiunga l’uscita dal canale ribassista e il contemporaneo superamento della media mobile a 200 giorni (linea viola), peraltro con la formazione di un gap (il che denota decisione nel movimento).

Proiettando l’altezza del canale ribassista verso l’alto si ottiene un target a 21.350 punti (non necessariamente quello finale):

Al momento i prezzi sono semplicemente tornati dove sono stati per cinque mesi (vedi primo grafico => area 19.800 punti), ma quanto successo questa settimana tende a spingerli oltre.

L’eventuale e rapido ritorno dei prezzi sotto la media mobile a 200 giorni (che attualmente transita a 19.409 punti) rappresenterebbe invece un primo segnale di debolezza, ma l’esaurimento della spinta rialzista dell’isola si avrebbe solo con la discesa almeno a 18.400 punti.

Se da una parte i fondamentali sono tali da allertarci che un crollo dei mercati potrebbe avvenire in qualsiasi momento, dall’altro non si può escludere che lo stesso sia preceduto dall’ennesimo allungo in grado di alimentare ancor più la convinzione che il crollo non avrà mai luogo.

Quest’ultima ipotesi amplierebbe ulteriormente lo scollamento tra economia e finanza.

A questo punto diventa fondamentale la distinzione tra chi opera come trader e chi come investitore: i primi devono seguire esclusivamente il segnale mentre i secondi non devono mai perdere di vista il valore.

E, soprattutto, gli investitori non devono mai valutare il proprio portafoglio con la mentalità e l’impazienza del trader.

Riccardo Fracasso

 
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