Mercato azionario: il lungo termine
Il mercato azionario oscilla nel breve termine e sale nel lungo.
Il motivo è legato all’economia mondiale che sale, intervallata da cicliche crisi/recessioni.
Conseguentemente, poiché il mercato azionario rappresenta e anticipa l’economia, anche la sua tendenza di fondo è rialzista, intervallata da inversioni spesso violente.
Da qui, in rete, gli svariati appelli a mantenere i nervi saldi durante le turbolenze e, anzi, a sfruttarle come occasioni di ingresso.
Ora, però, è utile fare un po’ di chiarezza, non per regalare certezze, semmai per non averne troppe e magari pericolose.
Che la tendenza di fondo dell’economia mondiale e del mercato azionario globale sia rialzista è un dato di fatto, lo è un po’ meno, però, se rivolgiamo lo sguardo ai singoli paesi.
Per esempio alla borsa italiana e all’ultimo ventennio abbondante, coincidente a una pluriennale stagnazione economica avviata con l’adozione dell’euro:
O alla borsa giapponese che, dopo decenni di uno straordinario rialzo (nel ’60 il Nikkey quotava circa mille punti, trent’anni dopo 39 mila), in prossimità del picco del debito privato giapponese, è crollata senza più nemmeno sfiorare i massimi del 1.990:
Un’analisi attenta del grafico della stessa borsa americana, spesso presa come esempio di un investimento che nel lungo termine è garanzia di grandi soddisfazioni, ci offre elementi degni di riflessione:
Per esempio, eventuali ingressi in prossimità del picco 2000, avrebbero richiesto ben 7 anni solo per rivedere gli stessi valori, per poi assistere a un nuovo crollo.
Certo, la borsa ora vale quasi il triplo da quei picchi, ma ritengo che l’orizzonte temporale col quale le persone investono, per quanto lungo, difficilmente è di vent’anni.
Inoltre, proprio alla luce delle elevatissime quotazioni raggiunte, io non escluderei a priori la possibilità che potrebbero anche non essere riviste per moltissimo tempo.
Infatti, non è da sottovalutare il rischio che anche il debito privato degli Stati Uniti, come in passato quello del Giappone, possa aver toccato il prossimo massimo storico.
In tal caso, ingressi prematuri porterebbero gli investitori a ritrovarsi posizioni in perdita per moltissimo tempo.
Non ho la sfera di cristallo per poter escludere con certezza l’ipotesi di nuovi massimi, ma ritengo utile, tra tanti inviti all’acquisto iniziati già quando lo S&P 500 era sceso di appena 7-8 percentuali dai massimi, suggerire di valutare anche scenari meno rosei.
Scenari che richiedono ingressi molto bassi, a livelli dove si potrà dirsi ricreato valore e non ci sarà il rischio di dover aspettare decenni per andare in guadagno.
C’è valore nei 4 mila punti dello S&P 500?
Lo stesso grafico dell’enorme rialzo che dai minimi 2009 in poi ha visto protagonista la borsa americana, spesso esibito per rassicurazioni per il futuro, dovrebbe suscitare qualche perplessità, essendo molto sproporzionato rispetto alla reale crescita economica degli Stati Uniti.
Poi chissà, magari si continuerà a salire all’infinito incuranti dei fondamentali, come successo negli ultimi 12-13 anni, ma è quantomeno bene fare le valutazioni considerando tutte le ipotesi.
Il mercato azionario continuerà a salire nel lungo termine? Si, grazie alla crescita economica globale, che però dovrebbe essere trainata dall’Asia.
Riccardo Fracasso
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