Nell’Agosto del 2020, proprio poche settimane dopo aver lanciato un alert in un post, l’oro segnò un massimo a 2.075 punti, dal quale iniziò a scendere.
Da allora l’area di massimo fu raggiunta nuovamente nel marzo del 2022 e nel mese in corso (maggio 2023):
Troppo presto per usare termini ufficiali, ma si delinea uno spiacevole triplo massimo che, peraltro, sul comparto aurifero è comparso da circa un anno:
Dell’oro in più occasioni s’è detto come sia indirettamente proporzionato ai rendimenti reali del decennale americano.
In buona sostanza, l’oro è spinto verso l’alto dal calo dei rendimenti lordi (quindi aumento treasury) e dall’aumento dell’inflazione attesa.
Se dovesse trovare conferma il quadro di medio periodo sul quale stiamo lavorando (apprezzamento treasury e riduzione graduale inflazione), l’oro si ritroverebbe un elemento favorevole e uno sfavorevole, partendo comunque da un prezzo storicamente elevato e da una situazione grafica non esaltante.
Chi, invece, ritiene probabile un contestuale apprezzamento del decennale americano e dell”inflazione, ha validi motivi per sostenere lo scenario pro oro.
Riccardo Fracasso
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