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L’aumento di capitale di Unicredit si svolgerà dal 6 al 23 Febbraio, periodo in cui saranno esercitabili i diritti di opzione.

La negoziabilità dei diritti (quindi possibilità di acquistarli e venderli) si interromperà invece una settimana prima (dal 6 al 17).

L’ammontare dell’aumento di capitale non ha precedenti: 13 MLD di euro.

I soci di Unicredit potranno acquistare 13 azioni di nuova emissione ogni 5 possedute ad un prezzo di sottoscrizione di 8,09 euro l’una.

Il prezzo di sottoscrizione di 8,09 euro per azione rappresenta uno sconto pari a circa il 38,3% rispetto al TERP calcolato al prezzo di chiusura di venerdì 3 Febbraio”.

Approfondiamo.

Innanzitutto sappiamo che il prezzo ufficiale del 3 Febbraio è di 26,16 euro.

Il TERP (Theoretical Ex Right Price) è il prezzo teorico dopo l’attribuzione del diritto d’opzione.

Di seguito la formula canonica del Terp:

  • TERP = [(P uff.* V)+(P sott.* N)] /(V+N)

Dove:

  • P uff. = prezzo ufficiale cum diritto (nel caso specifico 25,197 euro)
  • V = numero di vecchie azioni (nel caso specifico 5)
  • P sott. = prezzo di sottoscrizione di 1 nuova azione (nel caso specifico 1 euro)
  • N = numero di azioni di nuova emissione (nel caso specifico 214)

Applichiamo la formula al caso concreto:

TERP = [(26,16 x 5)+(8,09*13)] /(5+13) = 13,109 euro

Tra il TERP (13,109 euro) ed il prezzo di sottoscrizione per ogni nuova azione (8,09 euro) esiste uno sconto del 38,3% (mediamente lo sconto è di circa il 35%).

Ecco spiegati i vari passaggi per calcolare il TERP e del relativo sconto.

Il TERP ad ogni modo cambia valore giornalmente in funzione della variabile ‘Prezzo ufficiale del titolo’.

La convenienza dell’adesione dipende esclusivamente dalle prospettive che l’investitore ha sull’azienda in questione.
Nel caso in cui sono positive è giusto aderire, in caso contrario è bene vendere i diritti.

L’unico caso in cui è indiscutibilmente sconveniente l’adesione si propone se, nel periodo di collocamento, il prezzo del titolo scende al di sotto di quello di sottoscrizione (nel caso specifico 8,09 euro) delle nuove azioni; in tale improbabile ipotesi il diritto si azzera ed un investitore non ha più alcun motivo per aderire, in quanto avrebbe la possibilità di comprare a prezzi inferiori andando direttamente sul mercato.

Ad ogni modo, sull’eventuale parte inoptata (quindi i diritti non esercitati) sussiste la garanzia del consorzio di collocamento: in buona sostanza il consorzio si impegna a sottoscrive interamente l’eventuale parte inoptata (quindi i diritti non esercitati).

In sintesi, in un modo o nell’altro Unicredit raccoglierà completamente l’intera somma prefissata.

Seppure sia azzardato prevedere l’andamento di Unicredit e del settore bancario in generale in ogni singola settimana delle 3 di aumento di capitale, è lecito attendersi complessivamente della debolezza, aspetto che mi porta a ritenere come la scelta di chi ha liquidato la scorsa settimana sia finanziariamente corretta, indipendentemente da quel che accadrà.

Riccardo Fracasso

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