Andiamo ad approfondire la situazione inerente il cambio euro/dollaro.
Grafico:
Si osservi il pull back al superamento della media mobile a 200 giorni, segno di forza per l’Euro.
Di seguito il grafico del Dollar Index, che è un indice che confronta il Dollaro americano con un paniere di valute estere (Yen, Euro, sterlina inglese, dollaro canadese, corona svedese e fiorino svizzero):
Il trend ribassista e la rottura della media mobile a 200 giorni descrivono la debolezza del dollaro anche contro altre valute.
Tornando al cambio Euro/Dollaro, si tratta di un cambio finanziario, quindi legato principalmente alle prospettive di politica monetaria della BCE e della FED.
E proprio in virtù di questo concetto, il 9 Aprile 2014 (‘Euro/Dollaro: approfondimento”), col cambio a 1,3793, con le voci dell’avvio del QE dell’Area Euro e l’avvicinarsi del rialzo dei tassi degli Stati Uniti, si parlò di un quadro favorevole al dollaro.
A distanza di circa due anni la situazione è cambiata, seppur non completamente.
Infatti, per quanto riguarda l’Area Euro, è recentemente emerso che alla prossima riunione dell’8 Giugno la BCE discuterà, tra l’altro, l’uscita dal QE.
D’altro canto, sul fronte americano la correzione dell’inflazione negli ultimi 2 mesi (da 2,80% a 2,2%) ha ridimensionato le aspettative sui rialzi dei tassi:
Tuttora appare molto probabile un rialzo alla prossima riunione della Fed del 14 Giugno, ma mentre ad inizio anno le aspettative per il 2017 erano di 3-4 rialzi, ora sono di 2-3, con l’ipotesi di 2 addirittura leggermente prevalente.
Ovviamente le future decisioni delle rispettive Banche Centrali e l’andamento delle economie incideranno, in un senso o nell’altro, sul cambio, ma è giusto evidenziare che negli ultimi mesi abbiamo assistito, non dico ad uno stravolgimento della situazione, ma ad un importante cambiamento delle attese di politica monetaria favorevole all’Euro.
Dal punto di vista grafico, fino a che non assisteremo alla chiusura del gap up settimanale apertosi ad Aprile (1.0778), in un’ottica di medio/lungo periodo resterà credibile l’ipotesi di allungo anche fino ad area 1,2228 (ritracciamento del 50% della gamba ribassista A-B):
Riccardo Fracasso
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