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Circa un mese fa, dall’analisi “Euro/Dollaro, analisi grafica“:

“Una chiusura mensile (ma anche quella settimanale non andrebbe sottovalutata) inferiore a 1,0462 rappresenterebbe un segnale ribassista con target 0,95.

Ciò non significa necessariamente che un calo dell’Euro sia imminente ma che un’eventuale chiusura settimanale/mensile inferiore ad 1,0462 rafforzerebbe notevolmente tale ipotesi.

Anzi, a livello giornaliero è scattato un segnale rialzista (negato nel caso di rottura di 1,0493), avvalorata dalla recente tenuta dei supporti, nonostante le dichiarazioni fronte Federal Reserve.

In altre parole, nel breve periodo la tendenza è per un rimbalzo dell’Euro, ma comunque attenzione ai supporti.”.

Grafico:

EURO-DOLLARO – Base giornaliera – Media mobile a 200 giorni

Da allora il cambio è effettivamente salito per poi essere recentemente respinto in modo deciso dalla media mobile a 200 giorni.

Particolarmente interessante è anche la situazione grafica su time frame settimanale:

EURO-DOLLARO – Engulfing Bearish settimanale

Si osservi il tentativo fallito dei prezzi di superare in modo permanente i massimi di Dicembre 2016 e di Febbraio 2017, la chiusura sui minimi e la formazione di un Engulfing Bearish settimanale.

Messaggio di inversione piuttosto chiaro da parte del grafico.

Non si esclude l’ipotesi che un’eventuale accelerazione ribassista (rialzista per il dollaro) sarà preceduta da qualche ritorno verso l’alto, ritorno che, comunque, dovrebbe rivelarsi incapace di superare i massimi registrati questa settimana  a 1.0873 (in caso contrario l’impostazione ribassista cambierebbe).

Nel caso in cui il calo dovesse effettivamente concretizzarsi, da considerare seriamente la possibilità di fuoriuscita ribassista dal range 1,05-1,15 entro il quale il cambio si muove da circa due anni, con un deciso apprezzamento della valuta americana.

A questo punto, molti potrebbero giustamente chiedersi quale scenario si aprirebbe per il mercato azionario nel caso di un rafforzamento del dollaro.

Esistono due chiavi di lettura opposte: positiva se dietro al rafforzamento del dollaro ci sta un’accelerazione della crescita economica USA molto oltre le attese, negativa se invece è favorito dalle solite difficoltà di ripresa dell’Area Euro.

Ad ogni modo, giusto fare le varie considerazioni intermarket, ma doveroso considerarle come un importante tassello di un quadro d’analisi più ampio.

Riccardo Fracasso

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