Uno degli indici economici più curiosi è il Big Mac Index.
L’indice, creato dalla prestigiosa rivista Economist nel 1986, è ancora oggi ampiamente utilizzato ed è pubblicato con cadenza mensile.
Esso serve a comparare il potere di acquisto di una valuta rispetto all’altra assumendo come riferimento un bene internazionale.
E’ stato scelto quindi il Big Mac, un bene fatto con gli stessi ingredienti in tutto il mondo e venduto e consumato ovunque ma a prezzi diversi.
La teoria dice che i rapporti di cambio tra le valute dovrebbero aggiustarsi automaticamente affinchè un medesimo insieme o paniere di beni abbia lo stesso costo nelle due valute.
Se ciò non accade significa che una delle due valute è sopravvalutata rispetto all’altra, e viceversa.
L’indice non è esente da imperfezioni perchè non tiene conto di alcune variabili come ad esempio i gusti di un paese rispetto all’altro, il reddito pro capite, la concorrenza, tasse locali, dazi sull’importazione ecc., fattori che influenzano il consumo e di conseguenza il prezzo di vendita .
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