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"Euro-Dollaro"
Molti si staranno chiedendo se Bernanke il 20/21 settembre annuncerà una nuova quantitative easing (QE3).
Personalmente ho l’impressione che, al momento, lo stesso presidente della Federal Reserve non lo sappia, e che attenderà di avere i dati economici che verranno diffusi nei giorni che ci separano dall’evento, per prendere una decisione.
L’impressione del momento, però, è che sia improbabile una QE3, almeno a breve.
I motivi?
Innanzitutto perchè, come più volte evidenziato, l’inflazione al 3,6% fa da deterrente per misure eccessivamente espansive.
Un secondo motivo ce lo offre il dollaro, che nelle ultime sedute si è apprezzato notevolmente nei confronti dell’euro.
Mi spiego: la quantitative easing è quella pratica tramite la quale la Federal Reserve stampa nuove banconote.
La stampa di dollari freschi aumenta l’offerta e, per le logiche di mercato, l’aumento dell’offerta di un bene ne riduce il valore.
Ora, poichè il biglietto verde si sta apprezzando, non può che esser che il mercato valutario ritenga che la QE3 non verrà attuata a breve.
Succede raramente che dedichi un articolo al cambio euro/dollaro, e se l’ho fatto, è perchè ritengo sia successo qualcosa di davvero rilevante.
Grafico:
S’è più volte verificata l’enorme rilevanza della media mobile a 200 giorni, ritenuta importante dagli esperti finanziari di tutto il mondo sia perchè le si attribuisce la funzione di rappresentare il ciclo annuale, sia perchè ogni qualvolta che il mercato si ritrova a contatto con essa si verifica qualcosa di assoluto rilievo.
Ciò premesso, nella seduta di ieri il cambio euro-dollaro ha perforato la media mobile a 200 giorni (linea rossa) ed ha inoltre rotto la trendline rialzista (retta blu) che si ottiene unendo i minimi (dell’euro rispetto al dollaro) a partire da quello registrato il 7 giugno 2010.
In parole semplici, l’impostazione grafica del dollaro nei confronti dell’euro, è decisamente migliorata.
Un eventuale e probabile ‘incrocio della morte’ tra la media mobile a 50 e quella a 200 non farebbe che confermare lo scenario positivo per il dollaro.
Un’ultima considerazione: se tutto ciò sta capitando, forse, è perchè il mercato sta iniziando a prepararsi a notizie drammatiche per l’euro (per es. il fallimento della Grecia) e ciò non può che deporre a favore di uno scenario fortemente ribassista per i mercati azionari.
Riccardo Fracasso
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