Il compito di chi formula delle analisi è più complicato di quanto spesso si possa credere.
Complicato per svariati motivi.
Innanzitutto la materia finanziaria è complessa e richiede conseguentemente studi impegnativi.
Inoltre, per quanto si cerchi di non tralasciare alcun aspetto tra quelli principali (ne è un esempio personale il Check Up), il quadro che esaminiamo è inevitabilmente incompleto, non disponendo di tutte le informazioni ed in tempo reale.
Questo è un settore difficile perché, a differenza di molti altri, non offre certezze, non sempre 2+2 fa 4.
Esistono variabili fuori dal nostro controllo (per esempio gli interventi delle Banche Centrali, ma non solo) che possono modificare o addirittura stravolgere uno scenario e, conseguentemente, incidere sull’esito di una view, per quanto correttamente elaborata.
E così, previsioni ben formulate possono non avverarsi ed altre prive di grande logica, che poggiano su concetti errati, possono concretizzarsi dando all’autore l’illusione di aver fatto un buon lavoro.
E’ per questa serie di motivi che una singola previsione non può essere considerata giusta o sbagliata in funzione del suo avverarsi.
Personalmente reputo corretta un’analisi ‘semplicemente’ se ben argomentata, se rispetta determinati principi, se obiettiva e non guidata da pregiudizi; credetemi, non è poco.
Paradossalmente, due analisi che portano a previsioni opposte, possono essere entrambe corrette.
E’ invece l’insieme di più analisi, il metodo, che va giudicato in funzione dei risultati complessivi, della reale capacità di anticipare con una certa costanza i mercati.
Le difficoltà di chi formula analisi aumentano notevolmente se l’autore le condivide pubblicamente (talvolta io stesso mi chiedo il perché mi sono preso questo impegno), difficoltà che di tanto in tanto possono sfuggire a chi legge.
Innanzitutto si scrive ad un pubblico indistinto, con profili alquanto diversi, e per profilo mi riferisco al tipo di operatività (trader, investitore), all’orizzonte temporale, alla preparazione, all’esperienza, al posizionamento, al carattere personale, ecc.
Queste differenze fanno si che, dopo aver pubblicato un’analisi, qualche lettore mi proponga un’ipotesi più positiva e, allo stesso tempo, qualcun altro una più negativa.
Non potendo conoscere il singolo profilo di ognuno di voi, ritengo utile chiarire ulteriormente il mio.
Sono un investitore, non un trader.
Il mio primo obiettivo è quello di preservare il capitale ed in seconda battuta quello di sfruttare eventuali opportunità di mercato.
Ciò mi spinge ad evitare i sorpassi in curva, anche a costo d’arrivare con qualche minuto di ritardo al traguardo.
Fuor di metafora, sono piuttosto indifferente a perdere delle occasioni se le stesse presentano un rapporto tra rischio e rendimento sbilanciato dalla parte del rischio.
Per quanto si cerchi sempre di ottimizzare gli ingressi e le uscite, non ho come obiettivo primario quello di acquistare sui minimi e di vendere sui massimi.
Esistono bolle che si prolungano oltre ogni ragionevole aspettativa, che possono scoppiare tra qualche mese ma anche da un minuto all’altro: ha senso tenersi il cerino in mano fino all’ultimo secondo o è più ragionevole liberarsene e, magari, ricercare alternative d’investimento che presentano un minor rischio? A voi la risposta.
Il rendimento è solo uno dei due fattori da considerare per giudicare un risultato: l’altro è il rischio, fattore che spesso sfugge agli occhi dei più.
La pubblicazione di analisi principalmente riguardanti il Ftse Mib e lo S&P 500 può ma non deve ingannare, perché la visione personale sui mercati è ben più ampia.
Difatti, punto centrale del mio metodo di lavoro è rappresentato dalla diversificazione, concetto che consente una riduzione della volatilità e, conseguentemente, del rischio.
Nel mio modo di operare prevale nettamente l’attività di asset allocation rispetto a quella di stock picking.
Considero il portafoglio nel suo insieme e non nei singoli componenti.
Con quanto scritto vi ho fornito gli elementi necessari per dare la giusta chiave di lettura alle mie analisi e, semmai, adeguarle a quel che sono le vostre caratteristiche di investitori.
Riccardo Fracasso
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