Negli ultimi mesi Apple si è era protagonista di un grande calo, di quasi il 40% dai massimi.
Per farsi un’idea delle dimensioni di Apple, è sufficiente sapere che nell’Agosto dell’anno scorso è stata la prima società a raggiungere e superare i mille miliardi di dollari di capitalizzazione.
Ne deriva una forte incidenza, al rialzo quanto al ribasso, sulla borsa americana.
Agosto 2018 quindi che, guarda caso, coincide col mese in cui l’amministratore delegato Tim Cook liquidò una bella fetta dei titoli a sè intestati, incassando 57,6 milioni di dollari.
Peccato che certe notizie sono sempre diffuse con grave ritardo.
Ad ogni modo, per curiosità sono andato ad osservare il grafico:
In passato s’è spiegato come nell’impostazione delle medie mobili sia bene scegliere quelle che nel caso specifico dimostrano d’essere più ‘sentite’ dai prezzi.
Si osservi come Apple negli anni abbia dimostrato grande rispetto per la media mobile a 50 mesi.
Tale media, infatti, ha respinto le violente pressioni ribassiste nel 2008-2009, nel 2013 e nel 2016.
In tutti i precedenti l’RSI a 14 mesi ha toccato un minimo tra 40 e 44.
Ciò premesso, si noti dal grafico come la forte discesa del colosso americano abbia portato i prezzi proprio a contatto dell’area intorno alla media mobile a 50 mesi e l’RSI a 44.
Senza azzardare previsioni, la tenuta di tale area dovrebbe anticipare un buon rimbalzo (ripeto, rimbalzo), mentre il cedimento un ulteriore accelerazione ribassista.
Il tutto, ovviamente, avrebbe riflessi sulla borsa americana.
Riccardo Fracasso
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