In Grecia gli ultimi sondaggi hanno evidenziato un netto vantaggio del partito antieuropeista Syriza.
Nelle ultime settimane il premier in carica Samaras sembra stia premendo per un’uscita anticipata dal piano di salvataggio (tanto odiato da molti cittadini per il rigido piano di Austerity ad esso legato).
Secondo gli accordi il programma di salvataggio della Grecia con l’Unione Europea scade a fine anno mentre col FMI nel 2016.
Considerata l’incapacità della Grecia di poter camminare sin d’ora con le proprie gambe, le parole del premier suonano più come un tentativo politico per recuperare voti che come una reale volontà di uscire dal piano.
Tuttavia, negli ultimi anni i mercati si sono dimostrati assai sensibili ad argomenti di questo genere.
Il risultato, per il momento, è questo:
In poco più di un mese i rendimenti del decennale greco sono balzati da poco più del 5,5% ad oltre il 7%, che ricordiamo essere considerata dagli esperti come soglia di allerta al di sopra della quale la situazione è finanziariamente insostenibile per un tempo prolungato.
Se le parole di Samaras si riveleranno una semplice propaganda l’allarme sarà destinato a rientrare, ma nel caso in cui dovessero avere un seguito, il rischio di diffondere sfiducia e quindi contagiare i Paesi meridionali dell’Area Euro sarebbe concreto.
Riccardo Fracasso
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