A fine Gennaio, nell’ultimo articolo dedicato all’oro ed ai titoli auriferi, si evidenziò il verificarsi del cosiddetto incrocio d’oro (media mobile a 50 giorni taglia verso l’alto quella a 200 giorni).
Da allora l’oro ha effettivamente allungato portandosi da 1.303 dollari fino ad un massimo di 1.346.
Raggiunto tale livello (20 Febbraio), a pochi passi dall’importantissima area di resistenza 1.360-1.375 dollari, sono scattate le prime vendite.
Vendite tuttora in corso che hanno portato i prezzi agli attuali 1.294 dollari.
Personalmente ritengo che tale discesa sia salutare, perchè difficilmente andrà ad intaccare lo scenario rialzista e consentirà (come sta accadendo) di scaricare l’ipercomprato per poi attaccare con più fiato nei polmoni l’area di resistenza 1.360-1.375 dollari.
Dal punto di vista squisitamente grafico, pur non escludendo sviluppi diversi, è degno di interesse come target potenziale del calo in corso area 1.275 dollari.
Uscendo dal tema grafico, seppure sia passata quasi inosservata, appare importantissima la recente notizia del Sole 24 Ore secondo cui nel 2018 le Banche Centrali hanno acquistato 640 tonnellate di lingotti in oro, record degli ultimi 50 anni.
Da allora le Banche Centrali stanno vendendo future per contenere il rialzo del prezzo, ma presto verrà meno questa necessità.
Tra le norme di Basilea 3 del 2016, la BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) ha deciso di introdurre quella secondo cui dal 29 marzo l’oro fisico nelle mani delle banche sarà considerato come la moneta, quindi un asset privo di rischio.
In buona sostanza, come già da tempo per i titoli di stato, e diversamente dagli altri asset finanziari, a partire dal 29 marzo eventuali oscillazioni del valore dell’oro fisico di proprietà della banche non avranno impatti in termini di sicurezza patrimoniale, ma solo sul bilancio.
Pertanto, tale regola eliminerà alle banche detentrici il rischio di dover ricorrere ad operazioni di patrimonializzazione nel caso di deprezzamento dell’oro fisico.
Ciò rende ulteriormente appetibile il metallo giallo, tant’è che, come scritto, nel 2018 è stato acquistato a piene mani dalle Banche Centrali.
Riccardo Fracasso
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