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Al contrario dell’agenzia Standard & Poor’s, Fitch declassa il rating dell’Italia portandolo da BBB a BBB- con outlook stabile.

Giudizio improvviso nella tempistica, poichè era previsto per il 10 Luglio.

Giudizio giustificato dal “significativo impatto della pandemia globale COVID-19 sull’economia italiana e sulla posizione fiscale dell’emittente sovrano”.

Come al solito, tale downgrade ne anticiperà altri che colpiranno molte aziende, in primis le banche.

Di seguito osserviamo la tabella aggiornata dei rating che ci hanno assegnato le più famose agenzie (Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch):

Il giudizio di Fitch raggiunge quello di Moody’s, ad un solo gradino dalla categoria Speculative Grade, mentre quello di S&P è a due.

Una breve parentesi: alcuni operatori definiscono indistintamente tutti i titoli obbligazionari appartenenti alla categoria Speculative Grade come ‘spazzatura’, indipendentemente dal posizionamento occupato.

Personalmente ritengo che il termine ‘spazzatura’ sia esagerato, fuorviante ed adeguato solo per una piccola fetta di titoli.

Ad ogni modo, si può discutere della qualità del giudizio delle agenzie di rating e della loro imparzialità, ma non del peso del loro parere.

Volenti o nolenti, infatti, il rating è un importante parametro di riferimento per il mercato e comporta delle conseguenze pratiche.

Innanzitutto, a parità di condizioni, il rendimento è inversamente proporzionale al rating dell’emittente, per cui qualsiasi downgrade rappresenta un evento negativo.

Inoltre, la maggior parte dei gestori ha l’obbligo, da prospetto, di investire solo in obbligazioni Investment Grade (giudizio di almeno 2 agenzie su 3).

Alcuni operatori hanno regole ancor più stringenti, non potendo detenere nel proprio portafoglio titoli il cui rating sia privo di ‘A’.

Il 22 Aprile la BCE ha comunicato che almeno fino al settembre 2021  accetterà, come garanzia delle operazioni di QE o di rifinanziamento delle banche commerciali, titoli che fino al 7 aprile erano classificati come minimo BBB- (quindi che non erano spazzatura) “anche se il loro rating scenderà di due livelli sotto l’attuale richiesta di qualità di credito minima dell’Eurosistema”.

E’ evidente che la decisione della BCE parta dalla consapevolezza del rischio che il rating di alcuni Paesi, come il nostro, in questa crisi potrebbe scendere nella categoria ‘spazzatura’.

Tale accorgimento perlomeno ci consentirà, anche in caso di ulteriori due declassamenti, di non perdere almeno il supporto della BCE.

Riccardo Fracasso

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