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La Credit Watch è una lista che include i rating posti sotto osservazione nel breve periodo (3 mesi); quando il giudizio è seguito dall’aggettivo ‘positivo’, vi è la possibilità che, al termine dei lavori di analisi si realizzi un upgrade, quando invece è seguito dall’aggettivo ‘negativo’ v’è il pericolo di un downgrade.
Nella notte la società di rating S&P; ha messo in credit watch negativo 15 paesi dell’Area Euro, la quale, ricordiamo esser composta da 17 Stati.
Gli unici due Paesi esclusi da tale annuncio sono Cipro (già presente nella credit watch) e la Grecia il cui  rating attuale (CC-) è già stato tagliato ripetutamente negli ultimi anni.
In sintesi, si può dire che tutta l’Area Euro è sotto osservazione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s per un taglio che potrà essere di uno o due gradini a seconda del Paese (per l’Italia due).
Oltre al numero di Paesi messi in osservazione, impressiona il fatto che tra essi compaia persino la Germania, Stato ritenuto da tutti come esempio di solidità.
 
Nel pomeriggio Standard & Poor’s ha aggiunto nella credit watch per un possibile declassamento anche il Fondo Salva Euro.
Non poteva esser altrimenti visto e considerato che i garanti delle obbligazioni collocate dal Fondo sono i Paesi dell’Area Euro (esclusi quelli che hanno richiesto aiuti), gli stessi che sono stati messi sotto osservazione.
 
Nell’articolo del 28 novembre nel commentare uno spettacolare +4,6% (Ftse Mib) sulla scia di voci secondo cui veniva data la possibilità al Fondo di emettere fino a 20 miliardi di titoli di debito al mese, sostenni: “abbiamo un Fondo che colloca sempre più obbligazioni (quindi sempre più indebitato) ma con sempre minori garanzie.”.
Evidenziai inoltre che “negli ultimi mesi le obbligazioni emesse dal Fondo Salva Euro hanno riscosso poco interesse.”.
Insomma, il mercato al tempo ha applaudito l’idea di un Fondo che si potesse indebitarsi costantemente, ma l’idea di farlo in un periodo in cui la sua tripla A è messa in discussione da un’agenzia di rating, potrebbe rivelarsi più costoso di quanto sperato.
Il 10 ottobre scrissi: “il Fondo Salva Euro gode del massimo rating (AAA) ma le condizioni dei garanti appaiono sempre meno brillanti, e se persino un organo internazionale dovesse riscontrare difficoltà per onorare le proprie emissioni, si andrebbe incontro ad una catastrofe.”.
 
Il 27 giugno, riferendomi all’Unione Europea, avvertii che “l’eventuale momento in cui persino l’affidabilità di un’organizzazione internazionale europea verrà messa in discussione, sarà il momento in cui in Europa non esisterà alcun porto sicuro per i propri investimenti”.
Era il 27 giugno, sono trascorsi oltre 5 mesi….con ogni evidenza è possibile fare previsioni che vadano oltre le 2/3 settimane….
 
Non so se il Fondo in futuro finirà insolvente, ma l’esser consapevoli del pericolo e della fragilità della situazione non può che esserci di aiuto.



Riccardo Fracasso

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