Annualmente i presidenti delle banche centrali ed importanti economisti si incontrano a Jackson Hole (località del Wyoming) per discutere di temi economici.
L’importante avvenimento ha avuto luogo giusto oggi.
L’attesa era grande anche perchè nel 2010 fu proprio a Jackson Hole che Bernanke annunciò la QE2.
Diversamente dalle attese, o sarebbe meglio dire dalle speranze di qualcuno, il presidente della Federal Reserve si è limitato ad affermare che la “stagnazione del mercato del lavoro è una grande preoccupazione” e che non esclude “un ulteriore ricorso a politiche non tradizionali”, senza però annunciare nulla di concreto.
Nell’ultimo anno s’è perso il conto di dichiarazioni pressochè identiche da parte di Bernanke.
Tuttavia, va constatato che la reazione a caldo dei mercati è stata positiva; come ogni volta, sarà bene attendere quella fredda, quella più razionale.
Grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso la seduta a 15.100 punti, registrando un +2,17%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +1,47%.
Ultime sedute:
La scorsa settimana:
“Nonostante la chiusura negativa, è possibile notare il recupero finale del Ftse Mib, il che rende probabili nuove pressioni rialziste durante la prossima settimana…”
E ancora:
“A mio avviso, tali eventuali spinte saranno temporanee e non consentiranno al nostro indice di rompere in modo convinto area 15.350, ma piuttosto permetteranno alle mani forti di incrementare le proprie posizioni (evidentemente ribassiste) per poi attaccare la media mobile a 200 giorni.”.
A distanza di una settimana si può dire che abbiamo realmente assistito ad ulteriori pressioni rialziste e che area 15.350 punti non è stata effettivamente rotta.
Ed ora la situazione come si presenta?
Innanzitutto tutti e tre i trend sono positivi e la chiusura giornaliera e settimanale vicine ai massimi rendono probabili un nuovo massimo giornaliero (nella seduta di lunedì) ed uno settimanale (in una delle successive quattro sedute).
Da due settimane il Ftse Mib si muove all’interno di uno stretto range che ha come resistenza area 15.350 punti e come supporto la media mobile a 200 giorni.
A proposito della media mobile a 200 giorni: io attenderei prima di ritenerla superata.
Se osservate il primo grafico, nel riquadro rosso notate come il Ftse Mib, dopo averla oltrepassata, durante l’intero mese di marzo di quest’anno ci transitò sopra senza mai allontanarsi troppo da essa, per poi ripiegare, riportarsi al di sotto e franare.
Quella fu uno sforamento necessario all’indice per raggiungere temporaneamente la resistenza a 17.050 punti (precedente massimo di ottobre 2011) e dar così vita ad un doppio massimo.
Ora, invece, tra le ipotesi che giustificano l’attuale ritardo del ribasso, v’è quella che scrissi ben due settimane fa:
“E’ pur vero che dallo stesso grafico è possibile osservare che il mercato attualmente si muove al di sopra dei POC e che non vi siano importanti concentrazioni di volumi al di sopra; una solida discesa sarebbe molto più facile se le mani forti piazzassero diversi ordini in testa.”.
Ora, andiamo a vedere la situazione attuale dei volumi e la confrontiamo a quella di due settimane fa:
Come si può osservare, nelle ultime due settimane i volumi sono aumentati a vista d’occhio intorno ad area 14.800-15.000 (conseguenza ovvia se si considera l’attuale fase laterale) e tale concentrazione è destinata ad aumentare.
Sia chiaro, nulla vieta che questa sia una normale fase di accumulazione prima di un nuovo allungo, ma dopo un rialzo spettacolare (da minimo a massimo +25%), la presenza della media mobile a 200 giorni ed il difficile contesto economico, sarei più propenso a ritenere l’attuale una classica fase distributiva, il che significherebbe che le mani forti stiano intervenendo piazzando degli short all’interno del range in cui il Ftse Mib si sta muovendo da due settimane.
Riccardo Fracasso
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