Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.460 punti, registrando un -0,01%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,38%.
Ultime sedute:
Da questo grafico è possibile osservare come lo S&P 500 sia sceso al di sotto della 3+3 (linea verde), il che significa che il trend i breve va considerato al ribasso; elemento negativo ovviamente, ma troppo poco per poter giustificare strategie short.
Ora prendiamo in esame il canale ribassista avviatosi il 4 giugno:
E’ possibile notare come, nella fase iniziale del canale rialzista, ogni massimo ha preceduto correzioni, seppur non profonde, almeno ben definite.
Nell’ultimo mese però, le cose sono cambiate: in ben due occasioni (vedere riquadri rossi tratteggiati) i massimi segnati sono stati seguiti da movimenti che più che a correzioni vere e proprie sembrano molto più a semplici fasi laterali.
Insomma, quando sembrerebbero esserci le condizioni per una fisiologica correzione, ora nemmeno si scende più.
I motivi alla base di questo andamento possono essere due:
- il mercato è talmente forte che chi è esposto non vuole certo ‘mollare la presa’;
- il mercato è talmente manipolato che chi lo pilota, in questo periodo di tranquillità, riesce abbastanza facilmente a contenere la volatilità e ad evitare spiacevoli scivoloni.
Il secondo motivo è senza dubbio vero, ma nulla vieta che siano validi entrambi.
Tanto più che la QE3 e l’assenza di notizie altamente negative generano fiducia negli investitori.
Certo è che in un contesto di alta fiducia come l’attuale, in cui le difese sono alte, in caso di rilevanti eventi imprevisti e negativi, lo S&P 500 potrebbe invertire improvvisamente e alle mani forti potrebbero sfuggire di mano le redini del mercato.
Tuttavia, è bene ricordare che finchè siamo all’interno del solido canale A1-A2, la sua impostazione rimarrà saldamente rialzista.
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Riccardo Fracasso
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