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L’oro conclude l’anno con un -1,78%.

Performance dignitosa se si considerano quelle degli altri asset.

Il 10 Settembre, esaminando il grafico del rapporto S&P 500 / Oro, si propose si puntare su un’inversione di forza a favore del metallo prezioso:

“Si osservi che il rapporto ha raggiunto l’area di Fibonacci del 38,2%.

Giusto sottolineare che ad oggi non sono presenti segnali di inversione e che non sempre il raggiungimento dell’area di Fibonacci del 38,2% coincide al target finale di un movimento.

D’altro canto, però, bene precisare che il più delle volte al raggiungimento di tale area il movimento si inverte.

Se ciò dovesse effettivamente accadere, siamo vicini ad un cambio di scenario piuttosto importante.

Si ricorda come quanto più è ampio il time frame utilizzato e quanto più lo sviluppo richiede tempo.

Una sola candela dei grafici utilizzati rappresenta un trimestre.

In altre parole, ammesso e non concesso che si concretizzi realmente un’inversione dell’oro presso tali aree, la stessa potrebbe richiedere tempo ed essere ben visibile solo col tempo.

Una strategia market neutral composta da un long oro ed uno short sulla borsa americana potrebbe rivelarsi nel tempo profittevole.”.

Rapporto S&P / ORO

Da allora il rapporto è sceso da un 2,4 ad un 1,95, per effetto del tonfo della borsa americana (-12,62%) e del contestuale rialzo dell’oro (+7,01%).

Pertanto, dopo la strategia market neutral long S&P 500 e short FTSE MIB, anche quella long oro short S&P 500 si sta dimostrando estremamente profittevole.

Inoltre, tale andamento ha segnalato sia l’inizio di una fase complicata per la borsa americana che, probabilmente, l’avvio di un deciso allungo dell’oro.

Tutto ciò dimostra l’attendibilità e l’utilità dei segnali proposti dai grafici di forza relativa.

Si tratta di informazioni che, per quanto a disposizione di tutti, possono essere ritenute privilegiate perchè analizzate e tenute in considerazione da pochi, e che ci indicano la direzione dei flussi.

Sempre esaminando il grafico, si evidenzia la comparsa dell’Engulfing Bearish su base trimestrale, la cui attivazione avverrebbe nel caso di una (a mio avviso probabile) violazione del minimo registrato nel trimestre appena concluso.

L’attivazione di tale figura implicherebbe, al di là di possibili ma temporanei rimbalzi, la conferma dell’inversione di forza relativa e la prosecuzione di tale nuova tendenza.

Tuttavia, considerati i risultati, non è reato una parziale e lieve presa di profitto.

Si ritiene che nel 2019 l’oro possa essere protagonista in positivo, superando finalmente l’area di resistenza 1.375.

Gli acquisti nella parte finale del 2018, suggeriscono nuovi allunghi nel corso del nuovo anno.

Riccardo Fracasso

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