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Ieri la BNS (Banca Centrale Svizzera) ha annunciato a sorpresa l’abolizione della soglia minima del cross euro/franco svizzero.

La BNS proteggeva tale soglia (che aveva lo scopo di arginare l’inarrestabile rafforzamento del franco svizzero) dal 6 settembre 2011, vendendo, nel caso di necessità, franchi svizzeri ed acquistando euro.

Grafico su base mensile aggiornato alla chiusura di giovedì:

Cross Euro - Franco Svizzera

Cross Euro – Franco Svizzera

Si osservi dal grafico come, una volta rimossa la soglia minima, il cross euro/franco svizzero è crollato (quindi forte apprezzamento della valuta elvetica) perdendo in una sola seduta il 17% (con punta intraday del 30%).

Non sono ben chiare le motivazioni in merito alla decisione della Banca Centrale Svizzera ed alla sua tempistica.

Tra le opinioni anche quella che la BNS non sarebbe comunque più stata in grado di proteggere area 1,2 dopo il probabile annuncio del QE.

Ad ogni modo, un rafforzamento simile della propria valuta rappresenta un notevole freno per l’export della Svizzera nei confronti dell’Area Euro (non è casuale il crollo in borsa delle aziende prevalentemente esportatrici, come Swatch che nella sola seduta di giovedì ha perso il 16%).

In più occasioni s’è sottolineato come il primo appiglio per un Paese in crisi è rappresentato dalla svalutazione della propria moneta (che favorisce l’export) e come l’Euro fosse eccessivamente forte per Paesi economicamente deboli come l’Italia.

La decisione della BNS, anche considerando i notevoli interscambi che la Svizzera ha con l’Area Euro, ha quindi gli effetti di un provvedimento estremamente restrittivo per la prima (motivo del crollo della borsa Svizzera), mentre favorisce (seppur in misura inferiore e ripartita tra i diversi membri) l’export della seconda.

Riccardo Fracasso

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