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Con l’ulteriore aggravarsi della crisi tornano d’attualità gli Eurobond.
Mai come adesso, infatti, l’Unione Europea sembra intenzionata a farne ricorso.
Le risposte a due domande possono aiutare a capire.
1 – Cosa sono?
Innanzitutto va precisato che al momento non esistono e sono una semplice ipotesi.
Gli Eurobond (E-bond) sarebbero titoli di debito pubblico emessi direttamente da un’agenzia di debito che verrebbe creata appositamente dall’Unione Europea, col fine di raccogliere denaro destinato ai Paesi dell’Area Euro.
2 – A cosa servono?
Per rispondere a tale domanda prendiamo come esempio la Germania e l’Italia.
La Germania gode di ampia fiducia da parte del mercato, e ciò le consente di raccogliere denaro a basso costo (mentre scrivo il rendimento di un decennale è all’1,88%)
L’Italia, al contrario, è vittima di una crisi di sfiducia, che la costringe a rifinanziare il proprio debito ad un costo elevatissimo (il rendimento di un decennale è al  6,68%).
Il differenziale tra i rendimenti altro non è che il famoso spread di cui tutti parlano, ed al momento è di 480 punti (4,80%).
Gli Eurobond sarebbero emessi con un tasso superiore a quello dei titoli  dei Paesi più forti ma inferiore a quello dei titoli degli Stati più deboli.
In buona sostanza, sarebbe un modo con cui gli Stati più virtuosi  (nell’esempio la Germania) donerebbero un pò della propria credibilità a quelli in crisi (nell’esempio l’Italia).
Ma se ciò porterebbe un evidente vantaggio per i Paesi in difficoltà, dall’altra costituirebbe un maggior costo per gli Stati che al momento godono della fiducia del mercato.
Ecco spiegate le resistenze tedesche.
Motivazioni opposte invece hanno spinto negli ultimi mesi l’ormai ex ministro dell’economia Tremonti ad insistere per l’attuazione degli Eurobond.
Ho sempre sostenuto che se l’Unione Europea avesse voluto diventare una vera Unione come quella degli Stati Uniti, avrebbe dovuto raccogliere direttamente denaro, proprio come negli USA fanno attraverso l’emissione dei treasury bond.
Ho pensato per diverso tempo che gli Eurobond avrebbero consentito una crisi un pò meno pesante di quella che stiamo vivendo, ma, farlo ora, quando ormai il contagio ha infettato anche Paesi col massimo del rating (Francia ed Austria) è un pò come chiudere il recinto dopo che i buoi sono scappati.
Quanta credibilità potrà mai recuperare un Paese in difficoltà attraverso titoli emessi direttamente da un’Unione di Stati i cui membri sono ormai quasi tutti in crisi?
Male non dovrebbe fare, e qualche effetto positivo lo si potrebbe avere, ma in misura assai limitata e molto inferiore rispetto a quanto sarebbe stata se gli Eurobond fossero stati emessi molti mesi fa.
Probabilmente l’Unione Europea cercherà di convincere la Germania prima del prossimo vertice UE (9 dicembre), ma giusto oggi Seibert, portavoce della Merkel, ha ribadito che non approvano l’utilizzo degli Eurobond.
Riccardo Fracasso
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