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Il Ftse Mib ha da poco concluso la seduta a 14.334 punti (-4,83%) trascinato al ribasso dall’impennata del rendimento del BTP decennale che è schizzato ad oltre il 5,5% e dello spread col BUND, salito al 3,68%.
Sono numeri che evidentemente hanno fatto tremare le gambe agli investitori e che testimoniano l’impossibilità da parte della Bce di sostenere all’infinito le quotazioni dei titoli di Stato Italiani.
Grafico:
Sono davvero tante le cose da evidenziare oggi e, quindi, andiamo subito a raccontarle.
I rialzisti potrebbero sperare nel fatto che l’indice abbia segnato il suo minimo a 14.213 punti, praticamente in coincidenza con quello dell’11 agosto (14.199), per poi risalire.
E’ vero, il Ftse Mib ha riconosciuto il supporto e ciò può esser annotato come elemento positivo ma l’aver chiuso vicino a tali valori rende estremamente fragile l’ipotesi del rimbalzo.
Vi sono inoltre molti altri fattori che contribuiscono a ridurre ancor più le possibilità di un recupero.
Innanzitutto stavolta in asta si è scesi, passando dal -4,39% delle 17:25 al -4,83% della chiusura.
In secondo luogo, nonostante nelle ultime due sedute il nostro indice abbia perso oltre l’8%, il Detrended è ben distante dal segnalarci una situazione di ipervenduto, per cui, la discesa non ha bisogno di rifiatare.
Andiamo ora ad osservare sotto la lente d’ingrandimento le ultime sedute:
Si può osservare, come avevamo previsto venerdì scorso, che il Ftse Mib è scivolato sotto la media mobile 7+5; ne consegue che ora abbiamo nuovamente un trend di medio periodo ribassista.
L’escursione dell’indice, durante la scorsa settimana, al di sopra della media mobile è durata appena tre sedute, tanto da poter esser classificata come un falso segnale.
Sintetizzando, si è arrivati in prossimità dell’importante supporto a 14.199 in un contesto tecnico altamente precario che mi lascia supporre sia ben più probabile una sua rottura che una sua tenuta.
Infine, come potete notare, il crollo odierno ha prodotto nel grafico un gap down a 15.034.
Volendo evitare di creare confusione, non entrerò nel dettaglio; per il momento è sufficiente averlo evidenziato poichè in futuro potrebbe rivelarsi una soglia importante.
Ne approfitto di questo articolo per fare una precisazione:
In merito al divieto di vendite allo scoperto, la Consob ha chiarito che ‘ nel calcolo della posizione netta corta vanno considerate anche le negoziazioni di ETF, covered warrant e certificates. Inoltre, gli acquisti di strumenti finanziari che comportano l’assunzione di una posizione ribassista, come ad esempio l’acquisto di opzioni put o di “reverse ETF”, andranno considerate fra le posizioni corte’.
Pertanto, ogni mia considerazione passata e futura di investimenti SHORT, rientrante nel periodo di divieto, dovrà ritenersi riferita esclusivamente a posizioni aperte in tempi pre-divieto o effettuate per la copertura di posizioni LONG presenti in portafoglio, o relative a quegli strumenti finanziari sui quali non vige la restrinzione della Consob.
Riccardo Fracasso
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