Un’altra incursione infrasettimanale.
Nell’articolo di lunedì, dopo il tonfo di un -3,83%, si scriveva:
“Mi rendo assolutamente conto che sedute come quella odierna psicologicamente possano far credere che non ci sia un fondo al calo iniziato da metà marzo, ma magari è quanto qualcuno vuol farci pensare.”.
Sempre lunedì:
“Lo scopo di quest’articolo non è tanto quello di invitarvi ad esser necessariamente ottimisti, ma quello di non lasciarvi trascinare dal panico ed escludere a priori l’ipotesi che il rimbalzo sia vicino.”.
Le performance delle ultime due sedute confermano la validità del nostro invito.
Certo, mi sarei atteso che il Ftse Mib martedì si avvicinasse più di quanto fatto a 13.610, ma è pur vero che in più occasioni si sottolineava:
“Sappiamo che il Mib ha ora come obiettivo area 13.610.
Sappiamo pure che un obiettivo, in quanto tale, non è detto che debba esser raggiunto.”.
Ciò premesso, andiamo a vedere un esempio scolastico di una configurazione grafica:
Si tratta di un harami bullish, una figura di inversione rialzista che, seppur attendibile, necessita di conferme dalla seduta successiva.
Condizioni necessarie sono:
-
un trend ribassista in corso (è ovvio, poiché deve pur esistere un trend da invertire);
-
una candela nera (o rossa a seconda del grafico) seguita da una candela bianca (o verde) il cui corpo è completamente compreso in quella precedente.
Ora andiamo a veder come il nostro grafico appariva al termine della seduta di ieri:
Appare evidente il trend ribassista, ed il corpo dell’ultima candela è compreso dalla penultima.
Infine, sono i colori delle candele rispettano sono fedeli a quelli richiesti dall’harami bullish.
Abbiamo comunque sottolineato che si tratta di una ‘figura di inversione rialzista che, seppur attendibile, necessita di conferme dalla seduta successiva.’.
Le conferme ce le ha date la seduta odierna:
Insomma, possiamo affermare, senza timore di smentita, la presenza di un harami bullish.
Alcuni di voi, però, avranno notato la comparsa di un gap up (minimo odierno superiore al massimo registrato ieri).
Un gap presente a inizio trend (detto breakaway gap) rappresenta un segnale di forza, al contrario di un gap che compare quando il trend è avviato da diverso tempo (exhaustion gap) e che segnala prudenza.
Nel nostro caso siamo chiaramente ad inizio trend, per cui il gap up disegnato va considerato come un breakaway gap, un tipo di gap che funge da supporto e che spesso nel breve termine non viene chiuso o perlomeno non viene coperto completamente.
Sia chiaro, la chiusura completa di un gap up è un evento positivo se il gap non compare all’inizio di un trend rialzista, ma se ad esser coperto è un breakaway gap, qualche dubbio sulla forza del rimbalzo sorge.
In conclusione, ora mi attenderei qualche presa di beneficio, anche se non penso che porterà alla chiusura del gap (la copertura del gap richiede una discesa fino ad almeno 14.195 punti).
Riccardo Fracasso
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