Deficit: alzarlo, ma come?
Con la fiducia del nuovo governo Letta si legge e si sente spesso dire che uno dei compiti più importanti del neo presidente è quello di convincere la Germania e tutti i Paesi che pretendono rigore da parte dei Paesi più in difficoltà (quindi anche il nostro), di allentare i vincoli di stabilità.
Si fa riferimento in particolar modo all’attuale tetto del 3% del rapporto Deficit/PIL che fa si che la nostra coperta sia cortissima.
Siamo infatti al 2,9% e visto e considerato che non sembra ci siano le condizioni (o direi la voglia) di liberare risorse tagliando gli sprechi ed i privilegi, i margini per attuare misure in grado di stimolare l’economia sono limitatissimi.
Ritengo positivo poter alzare il deficit a favore della crescita.
Tuttavia, va innanzitutto ricordato che in Germania quest’anno si terranno le elezioni e la maggioranza dei tedeschi pretende rigore da parte degli altri Paesi dell’Area Euro, per cui, difficile che la Merkel dimostri grande apertura in tal senso.
Ad ogni modo, anche ipotizzando un ammorbidimento della posizione della Germania, il problema principale è un altro.
Infatti, nel momento in cui potessimo alzare l’asticella del deficit bisognerà fare i conti col mercato e, considerato l’andamento dei rendimenti degli ultimi anni, c’è il rischio di una brusca risposta e di nuove tensioni.
In altre parole, è sempre il mercato a dettare l’agenda.
Sia chiaro, ritengo, come precedentemente scritto, estremamente positivo alzare il deficit per sostenere la crescita ma al tempo stesso è necessario finanziarlo con l’emissione di moneta fresca e non attraverso ulteriore debito contratto col mercato, che costringe a pagare interessi alti che finiscono per alimentare il debito stesso.
Riccardo Fracasso
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