Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.553 punti, registrando un -0,43%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -1,01%.
Giovedì scorso, dopo aver evidenziato la comparsa di una Engulfing Bearish, figura di inversione ribassista, scrissi:
“Com’è possibile osservare dal grafico, una risalita dell’indice americano oltre i 1.562 punti, invaliderebbe la Engulfing Bearish.”.
Grafico aggiornato:
Lo S&P il giorno dopo è risalito ma arrestando la propria corsa propria a 1.562 punti; pertanto, la figura non è stata violata, tant’è che la seduta successiva (ieri) s’è ripreso a scendere.
Ad ogni modo, come possiamo osservare dal seguente grafico, la discesa è stata composta, visto e considerato che dopo aver segnato i minimi nella prima mezzora di contrattazioni, la seduta è stata spesa tutta in recupero:
La tendenza in recupero lascia presupporre che le pressioni da parte degli acquirenti dovrebbero farsi sentire ancora un po’, ma ciò potrebbe anche significare un allungo poco significativo.
Ad ogni modo, ciò potrebbe favorire l’ipotesi di una almeno temporanea risalita del nostro Ftse Mib.
Tornando allo S&P 500 ed alla Engulfing Bearish comparsa mercoledì, va comunque osservato che secondo un manuale di riferimento, una qualsiasi figura a candele formata su grafico con time frame giornaliero conserva la propria efficacia fino al massimo 5 periodi.
Ciò non toglie che poi il calo possa proseguire, ma ciò non avrebbe alcuna attinenza con la Engulfing.
La Engulfing è stato un campanello d’allarme che ha anticipato un calo che potrebbe anche proseguire ma allo stesso tempo potrebbe pure essersi esaurito nel minimo segnato ieri (1.539 punti).
Insomma, troppo poco fin qui per esser sfacciatamente negativi.
Ciò che permetterebbe di parlare con convinzione di una correzione importante è un segnale di inversione ribassista da parte della grafica tradizionale, come un doppio massimo (magari un affidabile double repo), due massimi decrescenti, ecc., in grado di spezzare quella sequenza di minimi e massimi crescenti tuttora intatta (vedi grafico nr. 1) e tipica di una impostazione al rialzo.
Fino a che non s’assisterà a questo, giusto considerare ogni segnale d’allarme, ma sbagliato definire probabile l’ipotesi di una correzione importante.
Ad ogni modo, un preoccupante segnale d’allarme v’è; difatti, la scorsa settimana oltre ad aver evidenziato la comparsa della Engulfing Bearish, scrissi:
“Come potete osservare dal grafico, il MACD, dopo un continuo rialzo avviatosi a fine dicembre, parrebbe ripiegare.”.
E poco prima sottolineai che:
“E’ bene precisare sin da subito che l’ultima colonna del MACD rappresenta un dato puramente tendenziale in quanto è riferito alla settimana in corso alla cui chiusura mancano ancora la seduta di giovedì e di venerdì; in altre parole, quel che andremo a vedere al termine della settimana potrà esser diverso da quanto vediamo oggi.”.
Insomma, s’aveva un MACD settimanale in calo ma il dato era puramente tendenziale; ora, con la chiusura settimanale, abbiamo il dato ufficiale, che ci consente di confermare o smentire il ripiegamento:
Come potete osservare il dato ufficiale conferma quello tendenziale e quindi il ripiegamento del MACD settimanale.
Sia chiaro: ciò non offre la certezza che il mercato stia invertendo al ribasso, ma rappresenta comunque un importante campanello d’allarme.
Considerando quanto messo sul tavolo in questa analisi, uno scenario da monitorare nelle prossime settimane è quello che prevede un temporaneo proseguo del recupero avviatosi nella seduta di venerdì (vedi grafico nr. 3) per la formazione di una figura ribassista (doppio massimo, massimi crescenti, ecc.) che preceda una correzione rilevante.
Si tratta di una ipotesi, e in quanto tale necessita conferme.
D’altro canto, nel caso di rialzi che consentissero allo S&P di superare il precedente massimo (1.573), si manterrebbe intatta l’impostazione rialzista di fondo.
Riccardo Fracasso
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